Semestre in profondo rosso per Carige, Ubi Banca e Banco Popolare, che confermano però buoni livelli di solidità patrimoniale. Il gruppo genovese ha chiuso il periodo in perdita per 206 milioni, a fronte del risultato positivo di 16,4 milioni ottenuto nel 2015, dopo rettifiche sui crediti per 344,5 milioni e la svalutazione integrale dell'avviamento della controllata Banca Cesare Ponti. A livello patrimoniale, l'indice Cet1, si è assestato al 12,2% invariato rispetto aa dicembre. Novità in vista per la gestione dei crediti incagliati. «Stiamo lavorando per la costruzione dei primi portafogli di Npl» ha dichiarato l'ad Guido Bastianini, confermando «due grandi tranche di cessione, nel 2016 e nel 2017, di 900 milioni a testa». Quanto a Ubi la perdita netta nel periodo si è attestata a 787 milioni rispetto all'utile di 124,4 milioni dello stesso periodo dello scorso anno. I risultati hanno risentito della decisione del gruppo di spesare la gran parte degli impatti previsti per l'attuazione del piano industriale con un effetto negativo nel periodo di circa 835 milioni. Il dato trimestrale è comunque peggiore delle attese (pari a 749 milioni rispetto al rosso di 829 milioni). Sul fronte della solidità patrimoniale, Ubi ha visto il Cet1 scendere all'11,43% dal 12,07% di fine marzo. Victor Massiah, consigliere delegato dell'istituto, si è detto fiducioso sui target di patrimonializzazione.
Il Banco Popolare infine ha chiuso il periodo in perdita di 380 milioni, rispetto ai 293 milioni di utili del 2015, a causa di rettifiche sui crediti per 980 milioni. Sul fronte della solidità patrimoniale, l'istituto di Pier Francesco Saviotti ha un Cet1 del 14,8% (12,5% marzo). Il Banco, che si fonderà con Bpm, stima un incremento dei livelli di copertura dei deteriorati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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