Economia

Carige vola (+10,8%) e supera l'offerta Bper. Occhi sull'Agricole

Il titolo chiude in Borsa a 0,88 euro, intensi gli scambi. E la Consob accende un faro

Carige vola (+10,8%) e supera l'offerta Bper. Occhi sull'Agricole

Carige vola in Piazza Affari (+10,8%) mentre si rincorrono le voci sui pretendenti, più o meno ufficiali, scesi in campo. In due giorni la banca genovese ha guadagnato il 15% circa, chiudendo ieri a 0,885 euro. Un valore più elevato rispetto agli 0,80 euro per azione offerti agli azionisti di minoranza da Bper, il solo interlocutore finora venuto allo scoperto, in caso di acquisizione della quota di controllo dal Fondo Interbancario di tutela dei depositi (primo socio di Carige con l'80% a cui si aggiunge 8,3% detenuto da Cassa Centrale Banca) e di conseguente Opa obbligatoria. Sulle altre offerte giunte sul tavolo del Fondo tutto tace. E Consob ha acceso un faro sulla concentrazione degli scambi - 10 milioni il controvalore di ieri - per escludere che qualcuno abbia bucare il muro di riservatezza. L'istituto guidato da Salvatore Maccarone ha preannunciato per lunedì, in seguito alla riunione del consiglio, la comunicazione dell'esito dell'analisi delle offerte preliminari pervenute. Secondo indiscrezioni, a contendere a Bper i 380 milioni di vantaggi fiscali (Dta) in caso di aggregazione e la rete di 367 di sportelli di Carige, concentrati in Liguria e Toscana, sarà probabilmente Crédit Agricole Italia che solo pochi mesi fa ha conquistato Creval e che ora non commenta. In campo dovrebbe esserci anche il fondo americano Cerberus; nelle sale operative si parla poi di un interesse da parte di Bnp Paribas e del fondo Apollo, che già nel 2019 aveva tentato un approdo a Genova senza successo.

Determinante, a giudizio degli analisti di Intermonte e di Mediobanca, sarà l'ammontare richiesto dai pretendenti per la «dote» di Carige. A metà dicembre Bper aveva avanzato all'Fitd la richiesta di una iniezione di capitale da un miliardo. Richiesta presto rispedita al mittente a causa dell'opposizione di alcune banche piccole e medie poco propense ad aprire il portafoglio a sostegno della costruzione del terzo polo bancario ad opera di Carlo Cimbri. La banca controllata da Unipol e guidata dall'amministratore delegato Piero Motani ha, tuttavia, riconfermato l'interesse per Carige, dicendosi disponibile a trattare con il Fitd. La richiesta dell'Agricole, guidata in Italia da Giampiero Maioli, si sarebbe invece fermata intorno ai 700 milioni.

Sul fronte industriale fonti sindacali sottolineano la necessità che qualunque soluzione sia percorsa avvenga a tutela di clientela, territori e occupazione. Qualche punto interrogativo in merito potrebbe sorgere dalla presenza dei francesi in Liguria con Carispezia. «Sospettiamo che la conferma del coinvolgimento di Crédit Agricole verrebbe presa negativamente dati i precedenti messaggi contrastanti sull'appetito a fare operazioni in Italia e alla luce della tiepida accoglienza per il Creval», nota Mediobanca che, invece, aveva valutato positivamente l'ipotesi di matrimonio di Bper. Segue il dossier anche il mondo politico: «Carige da due giorni è oggetto di andamenti anomali rispetto alle informazioni ufficiali. Chiedo quindi al governo e alle istituzioni competenti, innanzitutto Consob e Banca d'Italia, di pretendere urgentemente chiarezza da Fondo e da tutti agli operatori coinvolti, offerenti compresi», ha commentato Paolo Barelli, presidente del gruppo parlamentare di Forza Italia.

Da qui la richiesta all'esecutivo a valutare «se si configurano i presupposti per l'applicazione del Golden power».

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