Economia

Smentiti gli ultrà vegani: la carne "finta" è un flop

Beyond Meat voleva conquistare il mercato dei prodotti alternativi alla carne con gli hamburger vegani e poi aprire alla carne sintetica in laboratorio. Ma finora è stato lontana dalle aspettative. E il titolo crolla

Smentiti gli ultrà vegani: la carne "finta" è un flop

L'era della carne non è finita, perlomeno negli Stati Uniti. Negli ultimi anni le aziende che proponevano sostituti della carne in nome di un tipo di consumo ritenuto più sostenibile e rispettoso dell'ambiente, e presentato come più salutare, hanno spopolato nel mercato Usa arrivando a scalare Wall Street: tanto le aziende che lavorano prodotti alternativi, dagli hamburger di soia a quelli a base di proteine vegetali, quanto quelle che ricercavano nel settore della carne sviluppata in laboratorio hanno avuto un boom di investimenti.

Il mercato, però, non ha premiato molte delle aspettative più promettenti. La sorte borsistica di un'azienda attiva su entrambi i fronti, Beyond Meat, lo testimonia. Nell'ultimo anno Beyond Meat, società che produce alimenti progettati per sostituire le salsicce di maiale, la carne di pollo e quella di manzo, ha perso il 69,74% del suo capitale in borsa. E se comunque oggi la sua capitalizzazione è pari a 2,34 miliardi di dollari, il valore precedente superava i 7. Molto per un'azienda che, ricorda Forbes, non arriva al mezzo miliardo di dollari di fatturato annuo. Per la precisione, nel 2021 il fatturato è stato pari a 464 milioni di dollari, con un trend declinante verso la fine dell'anno. Poco per un'azienda che presupponeva margini di crescita importante e in cui avevano piazzato scommesse importanti alcuni dei nomi più di peso del capitalismo finanziario Usa: Baillie Gifford & Co. con il 13.48%, Vanguard con il 7,82% e BlackRock con il 3,37% sono i principali azionisti dell'azienda che mira a sostituire la carne.

Nel 2022 Beyond Meat prevedeva di guadagnare terreno e inizialmente aveva previsto un fatturato vicino al miliardo di dollari. Ma nel secondo trimestre dell'anno Beyond Meat ha contabilizzato ricavi per appena 147 milioni di dollari. Molto poco per un'azienda che, partendo dalla sua base di Los Angeles, aveva un'idea precisa: aprirsi la strada nel mercato con hamburger vegani e prodotti alternativi alla carne simili; in seguito, forzare la strada alla carne "artificiale". La quale, lo ricordiamo, è frutto di un processo che prevede la rimozione delle cellule da un animale vivo e illeso e la loro crescita e replicazione in recipienti d'acciaio chiamati bioreattori dove vengono aggiunti ormoni. Gli ormoni, chiamati "fattori di crescita", sono necessari per favorire questo sviluppo, proprio come nel corpo di un animale. Il San Francisco Chronicle ricorda che la California è la frontiera di queste aziende, a cui il governo locale di Sacramento ha aperto una linea di credito di ricerca da 5 milioni di dollari, e oltre a Beyond Meat cita "Wild Type, che sta ricreando il salmone; Eat Just, che sta sviluppando pollo assieme Wagyu; e Upside, che inizia anche con il pollo ma ha diverse proteine ​​in fase di sviluppo". Aziende a cavallo tra l'hi-tech, il biotecnologico e l'alimentare che cercano nel clima favorevole agli investimenti della California (roccaforte liberal e ambientalista, peraltro), la loro El Dorado. Ma il mercato, ad oggi, non sembra recepire il messaggio.

Beyond Meat ha subito una batosta nel più tradizionale dei contesti alimentari americani: quello di McDonald's. La nota catena di ristorazione aveva introdotto nei suoi menù l'hamburger vegano di Beyond Meat nel novembre scorso ma, nota Milano Finanza, "l'analista di Btig Peter Saleh già il mese scorso aveva scritto in una nota che le vendite di McPlant sono state deludenti" nelle seicento località ove McDonald's l'ha testato. E "a maggio il ceo di Beyond Meat, Ethan Brown, ha affermato che il McPlant sta vendendo bene nel Regno Unito e in Austria. Gli americani si sono invece dimostrati sordi a questa innovazione, spingendo McDonald's a concludere l'esperimento". Il titolo di Beyond Meat, che un anno fa era oltre i 120 dollari ad azione, ora è sui 36 mentre il mercato appare in dubbio anche sul resto del fronte. In generale, anche l'altro business chiave di Beyond Meat e delle aziende simili, i prodotti sintetici sostitutivi della carne, ha visto uno stallo negli ultimi mesi: dopo essere cresciuto del 27% nel 2020, a 7 miliardi di dollari, ha conosciuto trend moderati nel 2021 assestandosi a un semplice +6,2%. Dave MacLennan, amministratore delegato di Cargill (multinazionale statunitense che fornisce proteine di piselli alla Beyond Meat), ha dichiarato nel luglio 2021 che in tempi brevi aziende operanti nel settore dei prodotti alternativi alla carne avrebbero cannibalizzato il mercato americano. Per quanto riguarda il mercato tradizionale della carne, Fortune Business Insights afferma che il valore del suo giro di affari negli Usa era di 170,38 miliardi di dollari nel 2020 e si prevede che raggiungerà i 215,76 miliardi di dollari entro il 2028. Risultando in piena salute. Mentre i prodotti alternativi alla carne rischiano di vedere in borsa lo stesso esito delle loro avventure di un'altra bolla azionistico-industriale legata a un altro tipico trend di consumo liberal, quella della cannabis.

I cui titoli promettevano guadagni miliardari salvo poi rivelarsi fuochi fatui andati, letteralmente, in fumo.

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