La domanda interna langue, i consumi delle famiglie si riducono, ma l'inflazione continua a rimanere alta. Su base mensile, da agosto a settembre, i prezzi al consumo non sono aumentati. Ma su base annua, rispetto cioè allo stesso mese del 2011, l'inflazione in settembre resta inchiodata al 3,2% contro il 2,7% nella media dell'Eurozona. Che cosa sta accadendo? La risposta è piuttosto semplice.
Sono gli aumenti dei carburanti, benzina e gasolio, e dei prodotti alimentari ad infiammare gli indici dei prezzi per le famiglie italiane. Al netto di queste due voci, infatti, l'Istat calcola che l'inflazione si sarebbe fermata all'1,9 per cento.
Ma la gente si sposta, e deve mangiare. I beni del cosiddetto «carrello della spesa», quelli acquistati con maggior frequenza dai consumatori, sono aumentati dello 0,8% in un mese, e così l'indice annuo è passato dal 4,2% di agosto al 4,7% di settembre. Benzina e gasolio sono più cari del 20,2% e del 21,7% rispetto a un anno fa.
Ancora più salate anche le bollette di luce e gas: dal primo ottobre l'energia elettrica aumenterà dell'1,4% e il gas dell'1,1%, per un aggravio annuo stimato rispettivamente pari a 7,6 e 14 euro. A influire sulle tariffe, conferma l'Authority per l'Energia, sono stati «principalmente gli inaspettati rialzi delle quotazioni petrolifere, che in meno di tre mesi sono salite di oltre il 20 per cento». Con una piccola consolazione sul gas: l'applicazione del nuovo metodo di aggiornamento della quota energia - sottolinea ancora l'Authority - ha consentito di evitare, alla vigilia dei più alti consumi autunnali, un aumento che in caso contrario sarebbe stato dell'1,7%, pari a una maggiore spesa complessiva di 21 euro (l'esborso evitato quindi è pari a 7 euro su base annua).
Per delineare la situazione è utile ricordare che da agosto a settembre, il gasolio per auto è aumentato del 3,1%, mentre gli altri carburanti sono rincarati del 6,9 per cento. E non è finita, visto che gli esercenti, considerando le tendenze in atto nel mercato, attendono già nei prossimi giorni un ulteriore aumento di un centesimo e mezzo al litro. La Coldiretti rileva che in un anno la benzina è rincarata 7 volte più degli alimentari.
Resta il fatto che un aumento dei prezzi con l'economia in recessione non è davvero una buona cosa. La colpa di tutto questo, secondo la Confcommercio, è del caro-benzina, che si ripercuote su tutti i prodotti: «Bisogna sterilizzare l'accisa, e dimenticare ulteriori aumenti dell'Iva», affermano infatti i commercianti.
Per quest'anno, il danno è purtroppo fatto: l'inflazione annua è già al 3%, anche se per pura ipotesi ottobre, novembre e dicembre non vedessero alcun aumento dei prezzi. Nel 2013 il carovita potrebbe scendere intorno al 2%; ma se aumentasse l'Iva in giugno, si ritornerebbe fra il 2,5% e il 3 per cento.
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