Il titolo Bio-on è sospeso «a tempo indeterminato dalle negoziazioni». Lo ha deciso ieri mattina Borsa Italiana dopo il blitz della Guardia di Finanza di Bologna che ha portato a una serie di misure cautelari nei confronti dei vertici della società quotata sull'Aim per irregolarità nella formazione dei bilanci. L'inchiesta della procura scattata dopo la denuncia del fondo attivista Quintessential è soltanto all'inizio. Ma i tempi della giustizia non sono quelli del mercato. Dove il day after dell'operazione battezzata «Plastic Bubbles» vede sospesi i dipendenti dello stabilimento di Castel San Pietro (un centinaio tra operai e impiegati) che oggi si riuniranno in assemblea e anche diecimila piccoli azionisti. «Quello che possono fare è attivarsi immediatamente per avviare la propria tutela in sede giudiziaria», ha detto il segretario del Siti, sindacato italiano di tutela degli investimenti, Domenico Bacci. Il titolo è congelato e la capitalizzazione della società è passata dagli 1,3 miliardi del 2018 ai poco più di 200 milioni della chiusura di Borsa di martedì. La perdita per i piccoli risparmiatori è stata stimata attorno ai 430 milioni. Sono invece usciti in tempo i Pir (i piani individuali di risparmio) e avevano già alleggerito la loro posizione gli investitori istituzionali come Norges Bank e Julius Baer.
La Consob, intanto, continua gli accertamenti iniziati già a luglio sul titolo. E ad assicurare «massima collaborazione con la magistratura e le autorità di mercato» è anche Banca Finnat, che ha accompagnato la società sull'Aim nel 2014 come global coordinator della quotazione. E risulta socia di Bio-On nelle joint venture Aldia e Liphe. Nei patti parasociali c'è scritto che Finnat, in qualità di azionista, «ha condiviso con Bio-on ogni decisione inerente la società, inclusa la strategia commerciale (...) e ha operato in joint venture nel concordare e reperire le risorse finanziarie...». Finnat è stata anche l'unica banca a produrre report sul titolo con i propri analisti. L'ultimo, consultabile sul sito di Borsa, risale all'8 ottobre scorso: il giudizio era stato messo «sotto revisione» così come il target price, ovvero l'obiettivo di prezzo, «in attesa di conoscere il nuovo piano industriale» dopo il ritiro di quello precedente, si legge nello studio.
Nel frattempo, sull'onda del caso Bio-on, l'Aim rischia di perdere credibilità facendo pagare un prezzo anche alle altre 130 società di questo listino per le pmi che capitalizza 6,9 miliardi. «Quello che si legge in questi giorni con accuse sull'ipotesi che Aim Italia sia un mercato non regolamentato è completamente sbagliato.
Non vorrei che il caso sia l'occasione per introdurre ulteriori obblighi: facciamo rispettare quelli esistenti, le regole ci sono», ha detto Marco Fumagalli, tra i fondatori di AssoAim, la nuova associazione presentata ieri a Milano.
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