Cir ringrazia il Cavaliere, chiude i primi 9 mesi del 2013 con un utile di 10,7 milioni e si gode la liquidità di 542 milioni derivanti dal maxirisarcimento deliberato dalla Cassazione in seguito al ricorso sul Lodo Mondadori. È questa, in buona sostanza, la storia raccontata dalla trimestrale della holding che fa capo all'ingegner Carlo De Benedetti.
Senza il «regalo» da 491 milioni imposto a Fininvest, infatti, la storia sarebbe stata completamente diversa. Il risarcimento ha infatti comportato l'iscrizione a conto economico di una componente positiva straordinaria di 319,3 milioni (circa 180 milioni andranno via in spese legali e tasse connesse al Lodo) che non solo ha più che controbilanciato le svalutazioni da 287,2 milioni operata dalla controllata del settore energia Sorgenia, ma - come detto - hanno consentito al bilancio di chiudersi in attivo per 10,7 milioni di euro (-10 milioni nello stesso periodo del 2012). E, soprattutto, la posizione finanziaria netta al 30 settembre non avrebbe potuto essere positiva per 542,1 milioni. Lo stesso discorso vale per la controllante di Cir, Cofide (utile di 7,1 milioni nei 9 mesi).
Cosa sarebbe accaduto senza la sentenza della Cassazione che ha «rivoluzionato» la giurisprudenza? Semplicemente Cir sarebbe andata in rosso di 16,2 milioni peggiorando la performance rispetto al 2012. È vero che alcune partecipate come Sogefi (filtri auto) e Kos (sanità) hanno evidenziato un trend in miglioramento, conseguendo, rispettivamente un utile di 23,8 milioni (+9,4%) e di 9,6 milioni (+20%). Ma è altrettanto vero che le altre partecipazioni inviano segnali negativi. L'Espresso, il gruppo che edita Repubblica, è riuscito a difendere l'utile (4,5 milioni contro i 26,4 milioni dell'anno scorso), ma i ricavi (-11,7% a 524,4 milioni) sono in discesa sia sul versante diffusione (-6,9%) che su quello pubblicitario (-15,7%).
Sorgenia, invece, continua a essere il tasto dolente del portafoglio. Le svalutazioni dei primi 9 mesi (396,6 milioni) hanno portato la perdita netta a 434,3 milioni. Al numero uno Andrea Mangoni l'ingrato compito di accelerare il piano dismissioni, rinegoziare i contratti gas e rifocalizzare il business sulla produzione e vendita di energia. Se Cir non ha centrato i target di utile netto, la responsability è tutta della utility
La Borsa non si è particolarmente entusiasmata (-1,39% Cir e -3,43% Cofide), anche perché le holding di De Benedetti hanno confermato che «non si prevedono significativi impieghi di liquidità nel breve periodo». Niente dividendo straordinario (quello su cui molti analisti continuano a scommettere) e niente buy-back per rafforzare la presa della famiglia sulla «scatola di controllo» che, per altro, tratta a sconto sul net asset value (1 miliardo contro 1,4 miliardi circa).
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.