Alzi la mano chi riponeva fiducia sul nostro piano di revisione della spesa pubblica. Diciamola tutta: tecnicamente parlando sono sempre mancati i presupposti fondamentali perché la tanto sbandierata spending review potesse fornire risultati apprezzabili. Il mesto giudizio espresso dal presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri denuncia quel che è da sempre sotto gli occhi di tutti i contribuenti: l'inefficacia e l'inefficienza dei tagli lineari. Sforbiciate senza criterio destinate a produrre solo disservizi per la collettività, ovvero per chi paga regolarmente le tasse proprio per vedersi assicurati servizi di prim'ordine. In sintesi: non si è tagliato dove si doveva farlo. E così il debito pubblico continua a crescita mentre decresce a velocità più che sostenuta la fiducia dei cittadini.I decisori pubblici, al di là delle parole di circostanza, confermano la loro totale arroganza nel non voler risparmiare per davvero. Non è proprio nelle loro corde. Al punto tale che in questi anni hanno dovuto alzare bandiera bianca i commissari preposti a guidare una virtuosa politica di revisione della spesa. Il Governo, anziché fare i conti con le fredde e preoccupate parole di Squitieri, ha scelto il metodo della difesa ad oltranza. Intanto la nave statale prende acqua da tutte le parti. Siamo a rischio naufragio. Si spende e si spande in modo folle. Pensiamo solo alla continua proliferazione di società partecipate, come se quelle storiche non fossero già fonte di spreco ingiustificato.
Per come la vedo io, l'unica strada per dare un senso compiuto e redditizio alla spending review è eliminare con decisione quelle superflue (e sono numerosissime!) e, allo stesso tempo, privatizzare le altre. Un modo coraggioso e illuminato per tagliare voci di spesa pesantissime e insieme tutte le pratiche viziose al servizio solo della politica più opaca. www.pompeolocatelli.it- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.