Il governo ha annunciato una misura economica anticrisi pari a 7,5 miliardi di euro ma, fa notare la Cgia, questa somma è inferiore rispetto al costo di 12,3 miliardi, previsto per il 2020, per coprire misure come reddito e pensione di cittadinanza.
A questo proposito il direttore dell'Ufficio studi della stessa Cgia, Paolo Zabeo, sottolinea un aspetto che fa riflettere: “Per dare un sussidio anche a chi è poco interessato a trovarsi un lavoro o vuole andare in pensione in anticipo, il governo ha previsto per l’anno in corso una spesa di 12,3 miliardi di euro. Per affrontare una crisi economica che, invece, rischia di far scivolare il Paese in una recessione pesantissima, promette 7,5 miliardi”.
In altre parole la critica mossa all'esecutivo è una: per l'assistenza non si bada a spese mentre per fronteggiare una crisi - che rischia di essere la più drammatica degli ultimi 75 anni - si procede con il freno a mano tirato. Infatti, prosegue Zabeo, “erogheremo una misura che, sebbene sia raddoppiata nel giro di pochi giorni, rimane ancora insufficiente”.
Dalla Cgia fanno inoltre sapere che gli interventi che verranno messi in campo per contrastare gli effetti negativi del coronavirus saranno rivolti solo a contenere la crisi e che nulla è stato fin qui previsto per aggredire la recessione economica alle porte.
La necessità di investire
Il segretario della Cgia, Renato Mason, ha le idee chiare: bisognerebbe integrare i provvedimenti presi dall'esecutivo “con un importante piano di investimenti a medio-lungo termine” senza fermarsi alle sole “misure di contenimento” che sono tuttavia importanti. Mason invita quindi il governo a “sbloccare le grandi opere pubbliche già finanziate o fermate dall’eccessiva burocrazia”.
La Cgia segnala anche per l'anno in corso le politiche attive del mercato del lavoro costeranno 17 miliardi di euro e che queste risorse sono per lo più gestite dalle regioni. “Vista la situazione che si profila da qui a breve – prosegue la Cgia - sarebbe forse opportuno dirottare una parte di queste risorse verso interventi che sono in grado di creare nuovi posti di lavoro attraverso la cantierizzazione delle opere pubbliche anziché sostenere iniziative volte a trovare un’occupazione a chi non ce l’ha, che con la crisi in arrivo difficilmente riuscirà a trovare un lavoro”.
Oltre alla realizzazione delle grandi infrastrutture la Cgia ritiene necessario “eseguire anche moltissimi interventi minori che sono
però indispensabili per la messa in sicurezza di tante aree del Paese”. In generale, il dato chiave evidenziato è che provvedimenti come reddito di cittadinanza e quota 100 costano il 64% in più delle misure di crisi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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