Via condannati e politici dalle società pubbliche

Via condannati e politici dalle società pubbliche

Fuori i condannati, coloro che hanno patteggiato per gravi delitti e i politici dai cda delle controllate del Tesoro. È quanto prevede una direttiva del ministero dell'Economia emanata d'intesa con il governo, che indica anche precisi indirizzi per le remunerazione. Il Tesoro, nelle assemblee delle società quotate, raccomanderà agli amministratori di «adottare politiche di remunerazione aderenti alle best practices internazionali, ma che tengano conto delle performance aziendali e siano in ogni caso ispirate a criteri di piena trasparenza e di moderazione».
Inoltre, per la ricerca dei manager, il ministero si avvarrà anche dei cacciatori di teste. Nella direttiva sulle nomine si legge che il dipartimento «sarà supportato, nel processo di ricerca e valutazione dei candidati, da Spencer Stuart Italia e Korn Ferry Intl., società specializzate nel recruiting di top manager, individuate con una specifica procedura di selezione».
Al Tesoro sarà sottoposta una lista ristretta di nominativi unitamente a una relazione di sintesi sui criteri di selezione. La direttiva è stata emanata dal ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, che ha raccolto la mozione approvata la settimana scorsa dal Senato.
Si prevede, in particolare, la non inclusione nell'istruttoria di candidati che siano membri delle Camere, del Parlamento europeo, di Consigli regionali e di Consigli di enti locali con popolazione superiore a 15mila abitanti. È inoltre prevista l'ineleggibilità e, nel corso del mandato, la decadenza automatica per giusta causa, senza diritto al risarcimento di danni, in caso di condanna, anche in primo grado, o di patteggiamento per gravi delitti. Sempre con riferimento a gravi fattispecie di reato, si prevede l'ineleggibilità anche a seguito del mero rinvio a giudizio, mentre, qualora il rinvio a giudizio intervenga nel corso del mandato, si attiva un procedimento che vede coinvolta anche l'assemblea della società interessata.
Il ministro procederà alle designazioni previa acquisizione di un parere favorevole - sul rispetto dei requisiti di eleggibilità dei candidati designati e delle procedure seguite per la loro individuazione - da parte di un Comitato di garanzia, istituito con apposito decreto ministeriale.

Il Comitato resterà in carica per due anni, rinnovabili per un solo anno aggiuntivo. A capo ci sarà Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte costituzionale, affiancato da Vincenzo Desario, ex dg della Banca d'Italia, e da Maria Teresa Salvemini, consigliere del Cnel.

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