La conferma di Tarantini imbarazza Pisapia su A2A

di Marcello Zacché

Il goffo tentativo del sindaco di Roma, Ignazio Marino, di azzerare il cda di Acea (la multiutility della capitale) per soli motivi politici (è stato nominato dal sindaco precedente) non è un caso isolato. Ma a Milano e Brescia i primi cittadini Giuliano Pisapia ed Emilio Del Bono si sono mossi con ben altra abilità per portare a termine lo spoils system su A2A, la società nata dalla fusione di Aem e Asm. Così si sono messi d'accordo che il sistema dualistico non andasse più bene e si dovesse procedere a modificare lo statuto di A2A prevedendo un tradizionale cda. Un po' come è stato deciso anche in Intesa Sanpaolo, tanto per restare a Milano. Ma mentre in Intesa gli azionisti sono stati concordi nell'attendere la scadenza naturale degli attuali consigli, nel 2016, Pisapia e Del Bono hanno invece deciso che non si poteva aspettare nemmeno l'ultimo dei tre anni di durata dei mandati. Così, nell'assemblea del prossimo 13 giugno, verranno nominati i nuovi vertici.
Milano avrà diritto, secondo gli accordi, a nominare il primo presidente; poi fra tre anni toccherà a Brescia. Pisapia avrebbe già in mente Giovanni Valotti, presidente attuale della Metropolitana Milanese, in vantaggio su Pippo Ranci. Comunque sia, vuole un suo uomo al vertice. Peccato, però, che A2A sia quotata in Borsa e che un minimo di regole vadano rispettate. Così la procedura, peraltro decisa da un bando approvato dai consigli comunali, prevede che alle liste per il cda, da presentare entro le ore 16 e 30 del 19 maggio, si giunga dopo un esame delle candidature che la cosiddetta «società civile» può presentare entro lunedì prossimo, 15 aprile. Una procedura che, però, potrebbe mettere in imbarazzo Pisapia.
Il sindaco dovrà spiegare, per esempio, perché non confermare l'attuale presidente del consiglio di gestione di A2A, Graziano Tarantini: ieri si è appreso che la sua candidatura alla presidenza, in base al bando 2014/2, è stata ufficialmente presentata a Pisapia dall'Ordine degli Avvocati di Milano, presieduto da Paolo Giuggioli. Che, nella breve richiesta, sottolinea come si tratterebbe della conferma di un avvocato (quale è Tarantini) «che si distinto per competenze e risultati in vari incarichi societari», avendo tra l'altro già ricoperto le presidenze di entrambi i consigli di A2A «con risultati all'evidenza di tutti».

Risultati effettivamente riconosciuti dal mercato alla gestione di A2A, il cui titolo è passato in due anni da 0,28 a 0,91 euro, con una riduzione da 5 a 3,9 miliardi del debito. Così la palla (infuocata) arriva ora sulla scrivania di Pisapia.

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