Confindustria, Cgil, Cisl e Uil hanno siglato l'intesa sulla rappresentanza sindacale che porrà fine alla stagione degli accordi separati. «Un segno tangibile di coesione che ci permetterà di avere contratti perfettamente esigibili», ha commentato il numero uno di Viale dell'Astronomia, Giorgio Squinzi, che ha definito «storica» la portata dell'intesa che chiude «60 anni» di controversie in materia di legittimazione delle rappresentanze dei lavoratori. In base all'accordo - siglato dai tre leader Camusso, Bonanni e Angeletti dopo un confronto anche aspro durato oltre 4 ore - sono definitivamente stabilite le modalità di accesso ai tavoli della contrattazione nazionale. Numero di iscritti (misurabili con le trattenute in busta paga) e voti nell'elezione delle rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) peseranno ciascuno per il 50% e saranno certificati da un ente terzo, probabilmente il Cnel. Le elezioni delle Rsu saranno effettuate interamente con metodo proporzionale: viene abbattuta la barriera del 33% destinato ai firmatari di contratto, liberando così posti per la Cgil tradizionalmente più conflittuale. Ai tavoli nazionali sarà ammesso chi supera la soglia del 5 per cento. Confindustria guadagna, invece, l'esigibilità dei contratti: una volta approvate e ratificate a maggioranza semplice, le intese saranno valide universalmente e, dunque, vincolanti. «Una svolta importante», ha commentato il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, che ha così chiuso il percorso iniziato con l'accordo interconfederale del 28 giugno 2011 che fissava i paletti fra contratti nazionali e aziendali.
L'intesa potrebbe avere ripercussioni anche sulle scelte della Fiat che, però, ha lasciato Confindustria a inizio 2012. Ieri l'ad Sergio Marchionne ha incontrato il ministro dello Sviluppo, Flavio Zanonato, confermando gli impegni in Italia.
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