Politica economica

Confindustria ha un nuovo dg. Arriva l'ambasciatore Langella

A Mariotti revocato anche l'incarico sulle politiche fiscali. E scoppia il caso degli abbonamenti obbligati al Sole 24 Ore

Confindustria ha un nuovo dg. Arriva l'ambasciatore Langella

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Sono due i siluri lanciati in questi giorni all'interno della Confindustria con la regia di Carlo Bonomi. Il benservito alla direttrice generale Francesca Mariotti per sostituirla con Raffaele Langella è il primo. Il secondo, vista l'irritazione con cui una parte degli assopciati ha reagito, è l'invito obbligato ad abbonarsi al Sole 24 Ore in cambio del diritto di voto alle assemblee dell'associazione. Ieri l'agenzia Adn Kronos ha per prima diffuso la conferma ufficiale che Mariotti aveva ricevuto il benservito da Bonomi, precisando che le sarebbe stato revocato anche l'incarico di capo delle politiche fiscali. In sostanza, rimarrebbe in Viale dell'Astronomia senza poteri e a disposizione del presidente per un nuovo eventuale incarico.

A sostituire Mariotti come direttore generale, poltrona che occupava dal 2020 pur con risultati giudicati alterni, è stato appunto chiamato Langella. Bonomi lo ha comunicato all'interno di Confindustria con una lettera. Partenopeo, classe 1966, ambasciatore in distacco dalla Farnesina, Langella era stato fino a ieri il direttore Affari Internazionali di Viale dell'Astronomia.

«Voi credete a tutto quello che scrivono i giornali? Parlano i fatti», aveva commentato poco prima Bonomi, senza però dare alcuna spiegazione della decisione di rimuovere la direttrice generale, che perciò resta avvolta nei «si dice» sebbene si tratti di un passo grave in una fase tanto delicata per la Confindustria, che mai come in questa stagione si è dimostrata irrilevante per le sorti del Paese. Del pari, Bonomi non ha dato spiegazioni sull'altra indiscrezione che ieri ha rilanciato l'Espresso a proposito della decisione del Consiglio generale dell'associazione di rendere obbligatorio il sostegno al Sole 24 Ore.

In pratica, il vertice di Confindustria avrebbe chiesto alle associazioni che hanno rappresentanza in Consiglio la «sottoscrizione di 20 pacchetti digitali, per un totale di 3.200 euro» e alle restanti 10 pacchetti digitali per una spesa di 1.600 euro. Condizione quest'ultima che è però imposta come «necessaria per esercitare il diritto di voto all'assemblea» che dovrà nominare il prossimo presidente a maggio del 2024. Un invito con risposta obbligata non proprio elegante, seppure legittimo, considerando i profili di concorrenza cui deve sottostare anche il Gruppo Sole24Ore che, sebbene controllato dagli industriali, è quotato in Borsa. (L'ultima semestrale ha visto ricavi per 104,6 milioni, un utile di 5,4 e una posizione finanziaria netta negativa per 29,2 milioni).

Sul sito internet di Confindustria si legge che l'associazione conta «due asset strategici»: appunto il primo quotidiano economico-finanziario del Paese e l'Università Luiss.

A questo punto, per meglio sostenere il giornale a Confindustria non resta che imporre agli associati, pena la perdita del diritto di voto, anche di immatricolare la prole al blasonato ateneo romano.

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