Per Consob niente Opa su Fonsai e nessuna buonuscita ai Ligresti

Per Consob niente Opa su Fonsai e nessuna buonuscita ai Ligresti

Azione a tenaglia di Isvap e Consob sulla galassia Ligresti: la prima pretende che entro venerdì i cda determinino il calendario definitivo per chiudere l’accordo sui concambi con Unipol; la seconda ha chiesto di fare carta straccia di tutti i «vantaggi» che Premafin ha strappato a Bologna. La Commissione di Giuseppe Vegas ha infatti subordinato l’esenzione dall’obbligo di Opa chiesta dal gruppo di Carlo Cimbri al fatto che siano negati a Salvatore Ligresti e ai tre figli sia la possibilità di usufruire del diritto di recesso sia lo scudo della manleva. La prima condizione punta ad evitare che i Ligresti incassino, sotto forma differente, quella buonuscita inizialmente prevista e poi cancellata; la manleva metterebbe invece al riparo gli amministratori del gruppo da eventuali rivalse per la precaria situazione finanziaria in cui versa la galassia. La clausola era stata scoperta e giudicata dagli sceriffi di Vegas alla stregua di un patto parasociale. Il gruppo potrebbe quindi ora chiedere a Bologna di riaprire il tavolo negoziale per discutere le condizioni messe sotto la lente della Commissione. Ieri anche Premafin ha ulteriormente fatto scivolare a oggi il board.
Malgrado per Ligresti il verdetto della Consob e la richiesta dell’Isvap rappresentino un assedio da cui è difficile liberarsi, il quadro resta instabile sia perché Consob non ha preso posizione sul nodo dell’Opa a cascata su Milano sia perché il verdetto di ieri determina una variazione del contratto di integrazione e quindi potrebbe intaccare la clausola di «esclusiva» ora nelle mani di Unipol. Tutto questo riapre, almeno teoricamente, la battaglia che oppone Cimbri agli avversari di Sator e Palladio, cui lunedì Fonsai ha scritto per tenere aperto il dialogo.
La stessa Unipol potrebbe, inoltre, rifiutare la controproposta di integrazione con cui Fonsai la blocca al 61% del nuovo polo delle polizze contro il 61,75% frutto dell’ultima mediazione. Soprattutto alla luce del fatto che Consob ha rimandato l’esame dell’Opa su Milano a quando il quadro dei concambi sarà definito: avendo Milano i conti in attivo, l’esenzione o meno dall’Opa dipende dal «peso» di questa sulle attività di Fonsai. Bologna potrebbe tuttavia deliberare in via subordinata al fatto che la partita Milano si risolva. Impulsiva, come sempre, la reazione di Piazza Affari, dove Unipol è avanzata del 3,8%, Fonsai e Milano dell’8% dietro al boom di Premafin 30,18% tra scambi intensi.
C’è però l’elemento, determinante, dell’Isvap che ieri ha intimato al gruppo Ligresti di non perdere altro tempo: l’Authority di Giancarlo Giannini ha convocato il presidente di Premafin Giulia Ligresti, il suo direttore generale Andrea Novarese e il capo azienda di Fonsai Emanuele Erbetta. Quest’ultimo ha poi escluso che ci sia stata una richiesta di commissariamento. Le motivazioni della decisione Consob sono attese in giornata ma fuori dai termini legali, il ragionamento è il seguente: se, per permettere il salvataggio di Fonsai, è stata concessa a Unipol l’esenzione dall’Opa, che è una forma di tutela per le minoranze, allora non ci devono essere «premi» neppure per la holding di controllo; cui si aggiunge la priorità di concentrare tutte le risorse disponibili sul rilancio industriale del gruppo.

Consob ha chiesto pure che l’apporto di Premafin alla fusione «non determini il superamento di alcuna soglia rilevante».Questo non sembra un problema: post-fusione la holding avrebbe tra lo 0,85% (proposta da Fonsai) e la stessa Premafin ha indicato un range 0,98%-1,66 per cento.

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