I risultati del referendum che si è tenuto in Svizzera, dove i cittadini hanno votato per introdurre quote per i lavoratori esteri, in nome del principio di essere «padroni in casa propria» e attuando il principio, nobile e condivisibile, dell'accoglienza ma nel rispetto delle regole, impongono precise domande al governo italiano. La Svizzera ha sempre giocato utilizzando le incertezze altrui per raggiungere al meglio i propri obiettivi, infliggendo pesanti sconfitte politiche all'Ue che si è assunta l'onere di gestire i rapporti con la Confederazione in nome e per conto dei Paesi aderenti (anche se le conseguenze sono sempre finite col gravare sui singoli Stati).
È stato così che l'Italia ha dovuto accettare la ratifica del protocollo trasporti della Convenzione delle Alpi (sottoscritto nel 2000 dall'allora ministro Bersani); e altrettanto è avvenuto per le intese sull'attraversamento del territorio elvetico con l'introduzione della tassa sul traffico pesante, rapportata alle tonnellate e ai chilometri percorsi. La gabella avrebbe dovuto avere come controprestazione la velocizzazione e l'incremento dei traffici: prima della sua entrata in vigore erano 5mila i mezzi italiani che attraversavano il territorio elvetico; oggi sono 3mila. La tassa è finita, dunque, solo per divenire un gravame sulle merci provenienti dall'Italia, che hanno perso competitività. L'obiettivo di finanziare le opere infrastrutturali e divenire nel contempo il «padrone» incontrastato della logistica europea nel trasporto su ferro è stato raggiunto. La «madre» di tutte le nuove domande, per la quale aspettiamo da Roma una risposta immediata, è: l'Italia deve ancora continuare a subire in silenzio? Non è giunto il momento di dimostrare di avere le balls of the steel?
Charles De Gaulle, Alcide De Gasperi e Helmut Khol non lo dichiaravano in conferenza stampa; lo dimostravano con i fatti. Il governo reintroduca la tassa del diritto fisso per le merci elvetiche che entrano in Italia e il diritto di curare direttamente la formazione per il trasporto di merci pericolose (oggi la Svizzera gestisce il business della formazione).
vicepresidente Confcommercio
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