Pensioni, assegni e prelievi. Cosa fare con il Coronavirus

Con le nuove regole cambiano anche le operazioni allo sportello. I sindacati ai pensionati: "Non recatevi negli uffici"

Pensioni, assegni e prelievi. Cosa fare con il Coronavirus

Un messaggio a tutti i pensionati che in questi giorni e nelle prossime ore devono andare in banca o alla posta a ritirare le loro pensioni. Per ridurre il rischio contagio da coronavirus, i sindacati hanno lanciato loro un appello preciso: evitare assembramenti di ogni tipo in vista di uno degli appuntamenti più attesi del mese.

Visto che il primo marzo è caduto di domenica, la data per l'accredito sul conto corrente delle pensioni è slittata al giorno seguente. A questo proposito i sindacati si sono subito fatti sentire per tutelare la salute del personale in forza a Poste Italiane, dagli addetti al recapito a chi opera allo sportello. La loro richiesta, rivolta ai pensionati, è semplice: evitare di recarsi negli uffici postali e utilizzare, dove possibile, gli altri strumenti a disposizione.

L'obiettivo conclamato è quello di scongiurare assembramenti all'interno degli edifici e ridurre così al minimo le occasioni di diffusione del coronavirus. Una nota firmata Slp Cisl è chiara: "A partire dalla necessità di evitare assembramenti, se possibile, sarebbe meglio evitare di recarsi negli uffici, meglio ricorrere all’utilizzo delle carte libretto collegate ai singoli libretti postali che consentono i prelievi nei Postamat. Vista l’emergenza, andrebbero quindi utilizzati, in modo da evitare file e occasioni di contagio".

Un altro problema segnalato dal sindacato e collegato alla sicurezza sanitaria riguarda la “mancanza di vetri di protezione in alcuni uffici postali”. La situazione, a detta degli stessi sindacati, non lascia tranquilli: “Ci sono sportelli muniti di blindato, altri in cui è inevitabile il contatto diretto con gli utenti. Abbiamo chiesto la convocazione dell’organismo paritetico nazionale sulla sicurezza per sollecitare l’invio negli uffici di disinfettanti e intensificare la sanificazione degli ambienti".

Le richieste dei sindacati e la risposta di Poste Italiane

Non manca la richiesta di estendere le forme di tutela anche al personale che si occupa del servizio di recapito a domicilio, ovvero i postini, i quali si ritrovano spesso ad avere contatti ravvicinati con le persone. Slp Cisl ha chiesto un incontro all'azienda per sapere come si muoverà Poste Italiane in merito alle istanze sollevate. La società, dal canto suo, ha comunicato che "in considerazione delle prossime scadenze relative al pagamento delle pensioni, è stata disposta l’affissione in tutti gli Uffici Postali di indicazioni utili ad evitare il sovraffollamento da parte della clientela".

In ogni caso, i dati dell'Inps parlano chiaro. Un terzo dei pensionati è solito ritirare il proprio assegno alle Poste recandovisi di persona; il restante ha un conto corrente bancario. I pensionati con la minima sono quelli che più si recano agli sportelli per ritirare in loco la pensione.

Per quanto riguarda la zona rossa, Poste Italiane aveva comunicato la riattivazione di alcuni uffici nell'area maggiormente colpita dal coronavirus: “Le pensioni del mese di marzo saranno messe in pagamento anche nei 5 Uffici Postali a Codogno, Casalpusterlengo, Castiglione D’Adda, San Fiorano in provincia di Lodi e Vo’ Euganeo in provincia di Padova, che riaprono al pubblico. Poste Italiane ricorda che nella medesima zona interessata dalle misure straordinarie in riferimento alla diffusione del Covid-19 sono in funzione anche gli ATM Postamat degli Uffici Postali di Codogno, Casalpusterlengo, Castiglione d’Adda e Somaglia”.

Le nuove regole anti contagio

Il comitato scientifico voluto da Giuseppe Conte ha inoltrato al ministero della Salute una serie di raccomandazioni da rivolgere a tutti gli italiani per limitare il contagio da coronavirus. La lista è piuttosto corposa e prevede diverse limitazioni tra cui: mantenere una distanza di almeno due metri tra una persona e l'altra, salutarsi da lontano senza baci o strette di mano, svitare luoghi affollati, restare a casa se si ha la febbre (anche se non ha il sospetto di aver contratto il virus).

Le disposizioni citate dovrebbero trovare spazio all'interno di in un nuovo Dpcm che sostituirà quello adottato lo scorso 1 marzo e in scadenza domenica prossima, 8 marzo.

Tra le altre raccomandazioni si consiglia a tutte le persone dai 75 anni in su o dai 65 se si hanno altre patologie, di uscire di casa il meno possibile. Queste misure, dunque, seguono il solco dei consigli anticipati in un primo momento dai sindacati.

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