di Camilla Conti e Marcello ZacchéAl Consiglio generale di Confindustria di oggi, che si riunisce per conoscere dai saggi gli esiti delle consultazioni sul futuro presidente, Vincenzo Boccia e Alberto Vacchi presenteranno il loro programma. Sulla base di questo verranno votati nella riunione del 31. I due contendenti, rimasti in gara dopo i ritiri di Aurelio Regina e Marco Bonometti, arrivano al momento decisivo con Boccia in vantaggio: secondo indiscrezioni filtrate dal collegio di Adolfo Guzzini, Giorgio Marsiaj e Luca Moschini, sui 198 voti consiliari, i tre saggi ne hanno contati 81 per Boccia e 64 per Vacchi. Tale calcolo è il risultato «aritmetico» dei voti assembleari raccolti dai tre imprenditori nelle quattro ultime settimane del loro tour in giro per l'Italia: 36% di questi per Vacchi e 34% per Boccia. Un esito diverso perché non c'è proporzione tra i «delegati» di un'associazione territoriale in assemblea e quelli in consiglio. In ogni caso il risultato è solo teorico, perché in consiglio votano teste pensanti che non necessariamente seguiranno le indicazioni che il presidente della territoriale o settoriale di turno ha fornito ai saggi. E comunque all'appello mancano 53 voti, corrispondenti alla quota di tutti coloro che non si sono espressi. Il che significa, ipotizzando una partecipazione reale di 190-192 presenti al consiglio del 31 marzo, che ci sono in libertà una quarantina di voti: Corrispondono in definitiva ai due blocchi che, molto probabilmente, decideranno dove far pendere la bilancia: il Lazio, orfano di Regina (che si è spostato su Vacchi ma senza portarsi dietro i voti) e Brescia, da dove il presidente Bonometti non ha dato indicazioni. Si tratta dunque di un calcolo significativo, ma solo teorico. Che, per il partito di Boccia, potrà solo aumentare. Mentre secondo il team di consulenti vicini a Vacchi sarà tranquillamente ribaltabile: si stima addirittura un esito finale di 107 a 80 per Vacchi. Previsioni ottenute partendo da una base di circa 190 probabili votanti, facendo calcoli diversi sui voti delle federazioni e ipotizzando anche come si schiereranno gli indecisi. Ebbene, secondo questi conteggi il risultato finale sarebbero 107 preferenze per il numero uno dell'Ima e presidente di Unindustria Bologna e 80 per il salernitano Boccia, presidente dei piccoli industriali.
Ad entrare a gamba tesa nella campagna elettorale per il successore di Giorgio Squinzi, è stato intanto il numero uno di Finmeccanica (nonchè membro del consiglio generale), Mauro Moretti che intervistato da Report ha contestato duramente la «costosissima burocrazia» confindustriale minacciando di prendere la porta «se il prezzo pagato non sarà commisurato al valore dei servizi forniti». Mentre sullo sfondo si sono riaccesi anche i rumors - già smentiti - di una possibile fusione fra il quotidiano degli industriali, il Sole24Ore, con il Corriere della Sera.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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