Così Commerzbank rischia la fine di Mps

Gli olandesi di Ing si defilano e Berlino non esclude di vendere il suo 15%

Così Commerzbank rischia la fine di Mps

Nel valzer del consolidamento bancario europeo, che stenta ancora a decollare, aumenta il numero degli istituti rimasti a bordo pista per colpa della loro dote poco appetibile. Cavalieri all'orizzonte non si vedono per il Monte dei Paschi, oggi controllato dallo Stato che però deve presentare entro l'anno il suo piano per l'uscita dal capitale, mentre il governo è stato costretto a prorogare fino al 31 dicembre lo «scudo» della garanzia pubblica per la liquidità di Carige che attende qualche novità la prossima settimana, sperando in un interesse concreto del fondo Apollo. Ma a farsi notare ora è soprattutto il vuoto creatosi attorno alla «cenerentola» tedesca Commerzbank. Dopo il flop della fusione con Deutsche Bank, le smentite di Unicredit a un presunto corteggiamento, e il passo indietro di Bnp Paribas, anche l'olandese Ing ha perso interesse per un eventuale matrimonio sollecitato dal governo Merkel che possiede il 15% della banca teutonica.

Secondo il quotidiano Handelsblatt, che cita fonti vicine all'ad Ralph Hamers, Ing intende concentrarsi sui propri progetti. L'opzione delle nozze era stata discussa a maggio dal ministro delle finanze olandese, Wopke Hoekstra, e dal vice ministro delle finanze tedesco, Joerg Kukies. E l'importanza della Germania per Ing sono stati recentemente confermati dalla scelta del gruppo olandese di tenere il suo investor day a Francoforte, dando la sua disponibilità di spostare qui il suo quartier generale e di tagliare meno posti di lavoro di quanti ne sarebbero saltati in caso di fusione tra Deutsche Bank e Commerz.

Le trattative sarebbero, però, naufragate. Lasciando nuovamente con il cerino in mano il ministro delle Finanze, Olaf Scholz (nella foto), che non esclude di vendere le azioni ora in mano allo Stato e nell'ultimo anno ha bussato alla porta di numerosi gruppi finanziari straniere, inclusa la svizzera Ubs che è un potenziale partner per la gestione patrimoniale di Deutsche Bank

Mentre qualcuno parla di un possibile ritorno di fiamma proprio tra Db e Commerz, che in autunno deve presentare il piano industriale. Resta difficile immaginare che le resistenze dei soci di minoranza, ma soprattutto dei sindacati, possano essere superate.

Il problema lo conferma il caso delle mancate nozze tra Fca e Renault è anche che se alla potenziale fusione o acquisizione non viene messo il sigillo quando viene annunciata al mercato, la strada verso un accordo si fa pressochè impraticabile.

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