Economia

Cos’è la Nadef e perché se ne parla: tutto quello da sapere

La Nadef, ovvero la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, è di vitale importanza per la pianificazione finanziaria decisa dal governo

Cos’è la Nadef e perché se ne parla: tutto quello da sapere

L’acronimo Nadef è ampiamente diffuso sui media e, letteralmente, è la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (Def), la pianificazione finanziaria annuale relativa agli obiettivi che il governo si pone ed è redatto dal presidente del Consiglio e il ministero dell’Economia e delle finanze.

La Nadef, ovvero l’aggiornamento del Def, va presentata al parlamento entro il 27 settembre ed è la rampa di lancio della stesura della Legge di bilancio.

L’importanza della Nadef

Il Documento di economia e finanza (Def) viene presentato ad aprile e la Nadef ne riconsidera le previsioni alla luce di diversi parametri che comprendono siano l’aggiornamento degli obiettivi prefissati per i 12 mesi a venire, sia i dati economici e finanziari più recenti. Tiene conto anche dell’andamento dei cicli macroeconomici, della consistenza delle casse pubbliche e, non da ultimo, prende in considerazione le osservazioni o le norme introdotte dall’Ue in materia di coordinamento delle finanze statali.

Nel caso specifico, fermandoci quindi sulla Nadef appena presentata alla Camera e al Senato, la crescita del Pil prevista per il 2023 è stata ritoccata dal 2,4% allo 0,6%. Allo stesso modo è stato aggiornato anche il deficit che dal 7,2% scende al 5,1% del Pil.

Al di là dei tecnicismi, la Nadef è la posa della prima pietra della Legge di Bilancio che, di fatto, è un banco di prova che impegna il governo e che, considerato il momento congiunturale non felice, sarà una Legge molto discussa.

La Nadef, che funge da Orsa Maggiore sul cammino delle azioni che il governo intraprenderà, mette l’attenzione soprattutto sulle riforme più importanti determinando di conseguenza l’impiego che si farà dei fondi pubblici. Una politica delle finanze che ha un impatto diretto sui cittadini e quindi sullo Stato.

La Nadef e le difficoltà oggettive

A rendere più complessa la stesura responsabile e accorta della Nadef e della Legge di bilancio ci sono elementi di difficile lettura: gli effetti della pandemia che nessuna economia ha del tutto smaltito, i sostegni e i contributi che lo Stato ha erogato e che dovrà eventualmente erogare per lenire gli effetti del caro-bollette e la complessa lettura delle conseguenze del conflitto russo-ucraino.

La situazione economica è instabile e, a cascata, diventa più complicato allestire una pianificazione che possa essere rispettata nel corso dei mesi. Per quanto sia un evento eccezionale, si può verificare il caso in cui la Nadef (a fine settembre) stravolga completamente il Def (redatto ad aprile, quindi cinque mesi prima). È successo nel 2020, quando il Covid ha imposto interventi pubblici non pianificabili, come il Reddito di emergenza e i decreti Ristori.

La Nadef e il governo

L’avvicendamento del 25 settembre è uno scoglio in più: la Nadef non ha la paternità del prossimo governo e per la Legge di bilancio sarà necessario attendere l’insediamento del nuovo esecutivo, cosa che potrebbe non essere immediata e che, nel migliore dei casi, richiederà comunque due-tre settimane. Nel frattempo, gli attuali ministri dovranno garantire il disbrigo delle questioni ordinarie e, tra queste, figurano le misure a sostegno delle imprese e delle famiglie già preventivate prima della crisi di governo.

Tutte difficoltà in più che dovranno essere assorbite dal nuovo esecutivo e dal nuovo parlamento ai quali spetta il compito – quest’anno ancora più complesso del solito – di approvare la Legge di bilancio che, ricordiamo, deve essere pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale entro il 31 dicembre del 2022.

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