La crisi piega i giganti di tivù e fotocamere E la Sharp rischia il crac

La crisi piega i giganti di tivù e fotocamere E la Sharp rischia il crac

Conti in rosso per i giganti dell'elettronica di consumo nipponici Sony, Sharp e Panasonic. Se Sony sta cercando di rialzare la testa e chiuderà l'anno con un attivo di 196 milioni di euro, dopo le pesantissime perdite degli anni scorsi che hanno portato al licenziamento, solo nell'ultimo trimestre di 10mila dipendenti, Panasonic e Sharp non riescono ad arginare la perdita di quote di mercato sul fronte delle tv a schermo piatto, foto e videocamere rimpiazzate dai cellulari smartphone multifunzioni.
Insomma lo strapotere dei coreani di Samsung per televisori e di Apple e della stessa Samsung negli smartphone pesa sui conti delle concorrenti che, per anni, hanno dominato sul mercato mondiale dell'elettronica di consumo. Basta ricordare alcuni prodotti «cult» come il Sony «Trinitron», più che un televisore uno status simbol da salotto, e il walkman, il primo player musicale da passeggio. Ora però le cose sono cambiate e se Sony può comunque contare su un forte brand (ora le tv si chiamano «Bravia»), sulla console per videogiochi «Playstation 3» e sul settore Entertainement (l'ultima produzione «The amazing spider man » è stata un successo) le altre due società faticano a risalire la china.
E così Sharp, nell'anno in corso, ha registrato la peggior performance azionaria dell'indice Nikkei, -79%. Ieri ha inoltre comunicato che vi sono «dubbi sostanziali» sulla propria sopravvivenza. Quest'anno la società, che oltre a detenere il record di tv a schermo piatto (108 pollici) produce condizionatori e pannelli solari, ha detto di aspettarsi una perdita record di 450 miliardi di yen (4,3 miliardi di euro) per l'anno fiscale che termina a marzo.
Le cose vanno male anche per Panasonic che si aspetta un rosso record pari a 765 miliardi di yen, ossia 7,6 miliardi di euro. La società, anch'essa nota soprattutto per la produzione di tv («Viera»), dvd player, e fotocamere digitali soffre il nuovo assetto del mercato, molto più favorevole ai produttori coreani come Samsung e Lg o cinesi, che hanno prezzi più bassi e sono molto rapidi a seguire le richieste del mercato. Panasonic ha cercato nuovi sbocchi nei pannelli solari e nelle batterie ma con scarsi risultati dato che, anche in questi settori, i prezzi sono destinati a scendere.
Il maxi rosso di Panasonic è dovuto soprattutto al taglio dell'11% dei dipendenti. Secondo gli analisti il gruppo, che è il terzo maggior datore di lavoro in Giappone, dovrà eliminare altri addetti dopo i 39mila licenziamenti dell'anno passato.

Sull'onda di questi risultati peraltro inattesi dato che società si attendeva un utile di 50 miliardi di yen, ossia circa 500 milioni, il titolo Panasonic è sceso in Borsa del 19% e ha comunicato che non distribuirà il dividendo, per la prima volta dal 1950.

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