Crolla il potere d'acquisto delle famiglie

La recessione ha impoverito gli italiani. Non è certo una notizia, ma un dato di fatto vissuto sulla pelle, giorno dopo giorno, da una fetta sempre più larga della popolazione. Disoccupazione crescente, precarietà diffusa, il timore di perdere il posto e stipendi che faticano a tenere il passo con il costo della vita, hanno costretto molti a un cambio radicale di abitudini. Soprattutto nei consumi. È lì che si misura lo stato della crisi, in quel restringimento del portafoglio dato dalla perdita del potere d'acquisto, crollato l'anno scorso del 4,7%. È il calo peggiore dal 1990, primo anno di rilevazione dell'Istat.
È un salto a ritroso di 23 anni per nulla consolatorio. Anche perché, allora, l'Italia si muoveva in una prospettiva di crescita data da un Pil in espansione del 2%, contro il -2,5% del 2012 (dato rivisto dall'Istat), da una disoccupazione sotto al 9% (oggi è superiore al 12%) e dalla possibilità, in assenza di vincoli europei, di agire ancora in deficit spending (il disavanzo era sopra l'11%).
Seppur depotenziata, la scala mobile permetteva inoltre ai salari di tamponare l'inflazione (al 6%), mentre oggi - abolita da tempo la contingenza - il Paese sconta in pieno la deflazione salariale in atto. E le cose vanno sempre peggio. La Confesercenti ha infatti stimato che il crollo del reddito disponibile reale, dall'inizio del 2012 alla fine del 2013, sarà pari al 6,5 per cento. Anche a causa del recente aumento di un punto dell'Iva.
Gli effetti della perdita di potere d'acquisto sono peraltro ben evidenti nella progressiva erosione che sta subendo la propensione al risparmio, che scende all'8,4% dall'8,8% del 2011, anche in questo caso toccando il minimo dal 1990. Un tempo popolo di risparmiatori, quando si riusciva ad accantonare un surplus di reddito, oggi gli italiani vivono per “sottrazione“: il 57%, rivela Coldiretti, sceglie prodotti più economici nel largo consumo; nel secondo trimestre, inoltre, il 68% dei consumatori ha tagliato sull'abbigliamento e il 43% ha usato meno l'auto.
Ma quanto vale, in soldoni, il calo del potere d'acquisto? I conti li ha fatti il Codacons, che parla di una «stangata tanto invisibile quanto disastrosa» da 1.642 euro per una famiglia di 3 persone (1.351 una famiglia di 2 componenti, 1.809 una di 4).

Per risolvere il problema, propone l'associazione di consumatori, «è prioritario che nella legge di stabilità si intervenga finalmente e seriamente sulle famiglie, per ridare capacità di spesa al ceto medio ormai diventato povero, mentre i negozianti chiedono che si cominci a eliminare «turbative sui consumi come il recentissimo aumento dell'Iva», evitando inoltre a imprese e famiglie «nuovi aggravi fiscali».

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