Descalzi disegna un'Eni più snella

Descalzi disegna un'Eni più snella

Eni, si cambia: inizia l'era Descalzi. La nuova organizzazione interna è una delle prime scelte chiave del neo ad, che su questo riassetto all'insegna delle sinergie e dell'efficienza punta molto. «L'obiettivo di questa riorganizzazione è quello di mettere a fattor comune tutte le risorse di Eni accorciando le linee di contatto, evitando duplicazioni e trasformando Eni in una società operativa» spiega il manager. «Questo favorirà la massima efficienza nei tempi - aggiunge Claudio Descalzi- nei costi e negli investimenti, e ci permetterà di rispondere in modo rapido e flessibile alle sfide di business che stiamo affrontando».
Il nuovo modello organizzativo «integrato e fortemente focalizzato sugli obiettivi industriali» verrà reso operativo nelle prossime settimane. La riorganizzazione varata dal consiglio d'amministrazione prevede in sostanza il passaggio dalle «vecchie» divisioni, con tutte le duplicazioni di uffici che appesantivano costi e processi decisionali, a nuove e più agili unità di business, che saranno sei.
In particolare la divisioni E&P (Exploration and Production), quella che in questo momento sta dando le maggiori soddisfazioni al gruppo, verrà suddivisa nelle tre unità Exploration; Development, Operations and Technology; Upstream, ovvero i processi produttivi a monte della filiera gas and oil, che ruotano intorno all'estrazione. La divisione R&M (Refining and Marketing), insieme alla società chimica Versalis e a quella che si occupa di bonifiche Syndial, confluiranno nell'unità Downstream and Industrial, comprendente le attività a valle della filiera, che partono dalla raffinazione e arrivano alla commercializzazione del prodotto. A queste quattro unità si affiancheranno quelle già esistenti, vale a dire Midstream (le funzioni «nel mezzo» della filiera, come il trasporto del gas) e Retail Gas&Power per l'attività commerciale al dettaglio.
«Al contempo - si legge nella nota del Cane a sei zampe - tutte le funzioni di servizio al business saranno centralizzate, con massimo beneficio in termini di efficienza e capacità esecutiva». Il nuovo modello organizzativo, si legge ancora, persegue i seguenti obiettivi: semplificazione dei processi decisionali; focalizzazione sulle attività del core business; valorizzazione delle competenze tecniche; aumento dell'efficienza nei settori Downstream e Industrial; massimizzazione delle sinergie delle funzioni di supporto.
Coerentemente con questa struttura, dall'inizio del 2015 Eni modificherà anche il reporting finanziario, presentando i risultati per i settori Upstream, Midstream, Downstream.
Il consiglio d'amministrazione presieduto da Emma Marcegaglia ha anche deciso di inserire un nome di peso all'interno dell'organismo di vigilanza, scegliendo una personalità come l'ex direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera. Con lui nominati anche Ugo Draetta e Claudio Varrone come componenti esterni e confermati come componenti interni Massimo Mantovani, Marco Petracchini e Fabrizio Barbieri.

Si tratta dell'organismo previsto dalla legge del 2001 che ha introdotto la responsabilità penale delle società. Descalzi ha poi confermato in ruoli chiave il direttore finanziario Massimo Mondazzi e il responsabile internal audit Marco Petracchini.

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