Cinzia Meoni
Il prossimo passo per Banca Mediolanum è quello di diventare una banca d'affari dedicata alle pmi. E non sono escluse acquisizioni che possano sostenere la crescita. Lo ha dichiarato Ennio Doris, fondatore e presidente di Mediolanum, nel corso della convention annuale: più di 4.300 i promotori finanziari, accolti al forum di Assago (Milano) dalla famiglia Doris e dalla prima linea aziendale che si è alternata sul palco a vip come Andrea Bocelli, Dan Peterson e Michele Placido. In sottofondo un'intera orchestra ha accompagnato i momenti salienti della convention.
«Siamo nati come banca e vogliamo diventare la prima banca d'affari per le piccole e medie imprese. Il mio obiettivo è diventare la prima banca d'affari per le pmi per sostenere le eccellenze nel mondo. Porteremo la banca d'affari in casa dei clienti, come abbiamo già portato in casa dei privati la banca», ha dichiarato il Ennio Doris. Successivamente il figlio Massimo, che guida il gruppo nelle veste di ad, ha aggiunto: «Ben otto società di quelle incontrate nel corso degli eventi realizzati sul territorio negli ultimi mesi si sono dette interessate ad approdare sull'Aim. L'introduzione dei Pir ha creato interesse, liquidità e mercato per i titoli delle micro-aziende quotate all'Aim». Per ora il gruppo ha stretto accordi con società del settore, «ma in futuro potremo portare noi in Borsa le pmi e occuparci delle emissioni».
Mediolanum (+0,6% il titolo in Borsa), tra l'altro, «ha un vantaggio competitivo, visto che ha family banker su tutto il territorio italiano e contatti con le aziende ovunque e non solo Milano». L'orizzonte temporale per la realizzazione del progetto è di cinque anni e, entro il 2017, sarà deciso se perseguirlo costruendo un team interno dedicato o tramite acquisizioni mirate. La direzione è comunque chiara. Anche perché, come ricorda Massimo Doris, il potenziale dei Pir è molto interessante per Mediolanum, che dovrebbe registrare una raccolta di 3 miliardi già entro gennaio. Non solo: entro cinque anni il mercato dei Pir è stimato a 70 miliardi.
Mediolanum si sta quindi avvicinando al modello di business di Mediobanca, di cui è e continuerà ad essere azionista con il 3,3% del capitale: la focalizzazione sulla divisione di wealth management, la cessione del quinto e ora con la costituzione di una divisione merchant bank.
«Ma Mediobanca rimane Mediobanca», ribadisce l'ad per poi confermare il rinnovo del patto di Piazzetta Cuccia «sia come Banca Mediolanum, sia con la Fin.Prog». Oggi si riuniranno i membri del patto di sindacato di Mediobanca ed entro il 30 di settembre dovranno essere date le disdette al patto che ha durata annuale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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