Economia

Draghi: "Rischi al ribasso per l'Eurozona? La Bce è pronta a reagire"

Il presidente Draghi ha spiegato che se le prospettive dovessero peggiorare, l'istituto è pronto a reagire. E conferma: "La Bce resterà accomodante"

Draghi: "Rischi al ribasso per l'Eurozona? La Bce è pronta a reagire"

La domanda interna della zona euro tiene, nonostante il calo di quella esterna. Ma sul suo andamento futuro potrebbero pesare alcuni fattori di incertezza, soprattutto in Italia e in Francia. L'analisi è del presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, intervenuto a una conferenza a Francoforte, secondo cui la perdita di slancio dell'economia dell'Eurozona potrebbe "diventare più amplia e persistente" se due rischi dovessero materializzarsi. E cioè se la domanda esterna dovesse rimanere debole e se questo fattore dovesse ricadere sulla domanda interna.

Il quesito della "domanda interna"

Ma, a rimanere centrale è il quesito se la domanda interna reggerà comunque. E secondo il numero uno dell'isituto bancario centrale europeo, "al momento, i dati suggeriscono che la domanda esterna non ha ancora significativamente contagiato quella interna, ma i rischi sono saliti e l'incertezza resta elevata". Inoltre, Draghi ha osservato che, "mentre il consumo è generalmente meno influenzato dagli sviluppi esterni, il suo tasso di crescita ha rallentato nell'ultimo anno. Un'incertezza più elevata potrebbe aver giocato un ruolo, come si evince dall'aumento del tasso di risparmio nel corso del 2018. Ma i driver principali sono elementi esterni non collegati all'economia globale, associati a fattori specifici in Paesi come la Francia e l'Italia".

L'importanza del mercato del lavoro

"Il fattore più importante per le prospettive di crescita dei consumi è il mercato del lavoro, poiché l'aumento dell'occupazione è stato il principale fattore di consumo durante l'attuale espansione. Finora il mercato del lavoro è stato resiliente al rallentamento della crescita", ha spiegato Draghi. Ma mentre "la crescita dell'occupazione si è moderata nella seconda metà dello scorso anno, nel 2018 è stata significativamente più alta di quanto ci si aspetterebbe in base alla relazione statica a lungo termine tra occupazione e crescita del Prodotto interno lordo".

Una situazione che "resta positiva"

"Di conseguenza", ha fatto sapere Draghi, "il reddito disponibile reale è rimasto resiliente e la valutazione della propria situazione finanziaria da parte delle famiglie, che è un buon indicatore di consumo, resta positiva". Il numero uno della Bce ha spiegato anche come "la resilienza del rapporto occupazione-consumo aiuta a spiegare perché, anche se le prospettive di produzione sono peggiorate, i servizi sono rimasti relativamente robusti. I servizi sono il settore a maggiore intensità di lavoro e sono strettamente associati alla spesa dei consumatori".

La Bce pronta ai rischi futuri

Il presidente ha quidni confermato come l'istituto sia "in allerta sui futuri rischi e pronta a rispondere se le prospettive di medio termine dovessero deteriorarsi in maniera significativa". E parlando di questa eventualità, il numero uno dell'Eurotower ha aggiunto: "La Bce adotterà tutte le azioni di politica monetaria necessarie e proporzionate al raggiungimento dei nostri obiettivi".

La crescita tornerà "gradualmente"

La crescita dell'Eurozona, secondo Draghi, tornerà "gradualmente" a un ritmo vicino al suo potenziale anche se i rischi "restano orientati al ribasso" e spiega: "L'anno scorso ha visto una perdita di dinamica della crescita nell'area dell'euro, che si è estesa fino al 2019. Ciò è stato principalmente determinato dalla pervasiva incertezza nell'economia globale, che si è riversata sull'andamento della domanda esterna.". Draghi ha poi spiegato anche che la Bce "continuerà a monitorare come le banche possano mantenere" una buona redditività "anche con margini di interesse netto ridotti. E, se necessario, rifletterà su possibili misure che possano preservare le implicazioni favorevoli dei tassi negativi per l'economia, mitigando al contempo gli effetti collaterali, se presenti". "Gli effetti della rivalutazione del cambio sono ora invertiti", ha spiegato, "la domanda dovrebbe riprendersi, purché i rischi al ribasso per nostra prospettiva non si concretizzino. E con una domanda più forte, le aziende dovrebbero essere in grado di ricostruire i margini".

"Capacità di reazione ben congegnata"

"La nostra attuale capacità di reazione è ben congegnata per rispondere a ulteriori ritardi nella convergenza dell'inflazione", ha spiegato ancora il presidente Draghi. Che ha continuato: "In una simile situazione, proprio come abbiamo fatto durante la riunione di marzo, ci siamo assicurati che la politica monetaria continui ad accompagnare l'economia, adeguando le nostre linee guida per riflettere le nuove prospettive sull'inflazione. Tuttavia, l'impegno verso il nostro obiettivo implica anche attenzione ai rischi futuri e reattività nel risponere a essi qualore le prospettive a medio termine continuassero a deteriorarsi in modo significativo. Anche in questo caso, la Bce adotterà tutte le azioni di politica monetaria necessarie e proporzionate per raggiungere il suo obiettivo. Non siamo a corto di strumenti per realizzare il nostro mandato".

La politica della Bce "resterà accomodante"

La politica monetaria della Bce, quindi, "resterà accomodante" e risponderà "a eventuali cambiamenti nelle prospettive di inflazione". Draghi ha poi specificato: "In un contesto di prospettive di crescita più deboli", le misure di politica monetaria prese nell'ultima riunione del Consiglio direttivo, "contribuiscono a mantenere un atteggiamento di politica monetaria accomodante che siamo riusciti a preservare l'anno scorso, quando abbiamo ruotato il centro dei nostri strumenti dagli acquisti di attività nette alla forward guidance. La nostra politica continua quindi ad accompagnare l'economia nel suo percorso verso il nostro obiettivo di inflazione".

La crescita "morbida"

Draghi ha poi spiegato che anche se nell'Eurozona "stiamo assistendo a un deterioramento più marcato" della domanda esterna, una crescita "morbida non prefigura necessariamente un grave rallentamento". E ha ricordato come "nelle quattro espansioni del ciclo economico dell'area euro dal 1970, ci sono state 50 crescite 'morbide, definite come un rallentamento della crescita per due trimestri, e solo quattro recessioni". Il numero uno della Bce ha spiegato anche come, nel 2016, l'Eurozona abbia affrontato una situazione simile, "un periodo morbido, innescato da una contrazione del commercio mondiale".

E, in quella circostanza, ha ricordato Draghi, "la forza delle economie nazionali è stata in grado di proteggere la ripresa dalle incertezze esterne" mentre oggi "la domanda chiave è se la domanda interna rimarrà resiliente".

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