Qualcuno potrebbe definirlo un imprenditore seriale che come fabbrica ha il pc. Altri, un inventore che ha lanciato sul mercato una specie di colla tecnologica per integrare diverse parti della catena produttiva della cosiddetta industria 4.0. Di certo Franco Petrucci è un ingegnere elettronico di Latina balzato agli onori delle cronache finanziarie quando, nel 2012, un gruppo di investitori della Silicon Valley hanno deciso di scommettere quindici milioni di dollari sulla sua start up chiamata Decisyon. Oggi i milioni investiti sono diventati sessanta, la società fondata da Petrucci ha un ufficio a New York e uno a Palo Alto, in California, ma ha mantenuto le attività di e sviluppo in Italia. Quale idea gli ha fatto conquistare l'America con un software da esportazione? «Creare valore dall'innovazione senza barriere. Decisyon serve a prendere decisioni in modo migliore e a far girare più virtuosamente un'impresa. Può considerarsi un'azienda che rende più intelligenti le aziende», spiega Petrucci al Giornale. È come un social network aziendale basato però sui dati pubblicati all'interno di varie «stanze» dedicate a un argomento specifico. Dalla programmazione del magazzino per il prossimo trimestre alla gestione delle vendite. Con la raccolta e l'analisi di tutti i big data aziendali e con la possibilità di aprire tavole rotonde virtuali, invitare agenti di vendita o altri elementi della forza lavoro. Osservando anche lo storico di messaggi, documenti, mail o chat su uno specifico punto in discussione.
Il cervello è italiano, i capitali stranieri, le vendite globali. Nel nostro Paese le idee e i talenti non mancano, spesso nascono anche in aziende navigate e non solo nelle università, i soldi sì. Così come un filtro a monte che selezioni i progetti in base alla domanda del mercato, partendo dal basso. È questa la logica seguita dal nuovo progetto di Petrucci che ha creato un nuovo acceleratore di start up, «tutte sviluppate in Italia ma partono dagli Usa», chiamato Futuryng. Perché è in atto un cambio di paradigma importante: «Stiamo passando da un'economia basata sul prodotto a una basata sul servizio». Per spiegarlo, Petrucci fa l'esempio della Boeing che prima comprava un motore e ora lo affitta pagandolo per ogni ora volata. «La cosiddetta Internet delle Cose, che oggi viene data a Boeing dal fornitore del motore come servizio accessorio, comincia ad essere utilizzata dallo stesso per manutenerlo da remoto in modo da farlo volare il più possibile e quindi massimizzare le ore fatturate. Ecco, Futuryng supporta il cambio di paradigma dal prevedo-produco-vendo all'ascolto-rispondo». Per l'imprenditore questo si traduce in valore, più efficienza, interventi mirati, risparmi e dunque in un moltiplicatore di fatturato. Un esempio concreto? Sfruttare il nuovo ecosistema tecnologico per la manutenzione predittiva, che attraverso dei software specifici ricerca e individua errori o anomalie evitando fallimenti e perdite. In questo modo ogni processo di business e di produzione aziendale viene sostanzialmente ottimizzato sia in termini di qualità che di affidabilità.
«Invece di ragionare in verticale, sviluppando le tecnologie come se fossero dei silos con tante lingue diverse, le sviluppiamo in orizzontale come se fosse una piattaforma per i Lego su cui comporre tanti piccoli mattoncini, ovvero le start up, in un sistema aperto. Basta creare quello che chiamo step zero. Ovvero un organismo digitale connesso».
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