Ieri sera il Senato ha dato il via libera definitivo alle agevolazioni per rientro dei capitali, che consente a chi ha denaro nascosto di autodenunciarsi e rimettersi in regola con il fisco in cambio di sconti su sanzioni e pene.
Ecco in sintesi come funzionerà la cosiddetta "voluntary disclosure", la "collaborazione volontaria a cui può aderire chiunque abbia somme nascoste al Fisco all'estero o in Italia - secondo la Banca d'Italia sono 300 miliardi di euro - fino al 30 settembre di quest’anno. Per regolarizzarsi c'è tempo fino al 30 settembre 2015
Innanzitutto vanno documentati tutti i capitali e la loro provenienza e vanno versate tutte le somme dovute (nessun "condono") e le sanzioni in forma ridotta. Per le attività sotto i 2 milioni (per ogni periodo d’imposta) l’aliquota è al 27%. L'intero importo potrà essere pagato in unica soluzione o in tre rate mensili, ma la procedura non è ammessa se si è già sotto accertamento del Fisco (insomma: se vi hanno scoperto, è tardi per mettersi in regola a sanzioni ridotte). Attenzione anche a non dare dati falsi: si rischia il carcere fino a 6 anni.
Così ad esempio per chi ha trasferito all'estero, senza dichiararlo, un milione di euro nel 2003 la voluntary disclosure costa circa il 13% (ipotizzando un rendimento del capitale del 3% annuo), come calcolato dallo studio Bonelli Erede Pappalardo. Questo significa che il contribuente dovrà versare 45.026 euro di imposte e 129.490 di sanzioni, sempre che non ci si avvalga del calcolo forfettario del rendimento. In tal caso, infatti, il costo della regolarizzazione sale a circa il 22%: le imposte sono pari a 145.500 euro e le sanzioni a 151.915 euro. Diverso è il caso di redditi trasferiti nel 2010: ipotizzando sempre un rendimento del 3% annuo, il costo è di circa il 75%, con imposte pari a 646.295 euro e sanzioni per 178.410 euro.
Chi invece si ritrova ad ereditare patrimoni non dichiarati potrà evitare gran parte delle sanzioni, anche se dovrà versare i debiti di imposta. Anche in questo caso il costo è differente tra debiti recenti e debiti più datati. Nel caso di somme non dichiarate dal 2003 si parla di circa l’8%: questo significa che per un milione di euro con rendimento al 3% annuo (circa un milione e 300mila euro) bisognerà pagare in tutto 101.490 euro tra imposte e sanzioni. Se invece il milione di euro ereditato non è stato dichiarato dal 2006 (circa un milione e 230mila euro) il costo è di circa il 58% (715.701 euro in totale).
Ancora differente è il caso dei redditi di un'impresa. L’esempio riportato da Il Corriere della Sera in questo caso è quello di una società di capitali residente in Italia che ha dedotto costi fittizi per un milione di euro nel 2010 a fronte di operazioni inesistenti con una società estera terza, che ha trattenuto a titolo di compenso per l’attività svolta, una percentuale pari al 5% delle operazioni fittizie, mentre il restante 95% è stato trasferito su un conto corrente svizzero del socio unico della società italiana.
Ipotizzando sempre un rendimento del capitale del 3%, il costo della regolarizzazione delle attività estere di 1.038.091 euro è di circa il 66%: imposte a carico del socio pari a 229.277 e della società 45.026; sanzioni a carico del socio 97.064; della società 39.250.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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