«Ecco la strategia verde di Pirelli»

«Tyre e Parts» è la nuova direzione generale nata, un mese fa, dalla semplificazione della struttura organizzativa del gruppo Pirelli voluta da Marco Tronchetti Provera. Pneumatici e filtri anti-polveri sottili rappresentano le attività core business della Bicocca. E la vera scommessa che vede impegnata la multinazionale in questi mesi riguarda proprio lo sviluppo dei sistemi prodotti da Pirelli Ecotechnology per il contenimento delle emissioni derivanti dai motori diesel.
Ecco allora anche la Bicocca proporre propri incentivi allo scopo di contribuire a «pulire» il parco furgoni: 500 euro per i filtri destinati ai mezzi da trasporto leggeri, 750 quelli destinati ai veicoli di media taglia e 1.000, invece, ai camion. Tali bonus sono ovviamente cumulabili con quelli già concessi dalle amministrazioni pubbliche per l’acquisto e l’installazione dei filtri anti-polveri e risolvere, così, il problema tipico dei vecchi motori a gasolio. «La nostra azienda - spiega Francesco Gori, amministratore delegato di Pirelli Tyre, e capo della neocostituita direzione generale - è sempre più orientata a far sì che i suoi prodotti mantengano le stesse prestazioni nel rispetto della eco-sostenibilità. Per noi la tutela dell’ambiente è sicuramente un’opportunità di sviluppo. Dotare di filtri automezzi obsoleti che fanno la spola nelle nostre città significa dare una soluzione al tema inquinamento da polveri sottili e non solo».
In Cina avete siglato un accordo con il governo per la riduzione delle emissioni provocate dai diesel. Pirelli avrà una sua fabbrica di filtri anche in quel Paese?
«Le dimensioni del mercato cinese dei truck e dei veicoli leggeri è 20 volte quello italiano. Sì, in Cina saremo presenti con un impianto molto presto».
Avete pianificato acquisizioni anche in questo ambito?
«No, perché nessuno possiede le nostre tecnologie. La fabbrica in Romania ha il compito di alimentare l’Europa».
Che cosa vi aspettate da questo nuovo business?
«È un business promettente, in cui abbiamo tecnologie vincenti. Ci sono stati alcuni ritardi nelle omologazioni ma ora siamo pronti in Europa e in Cina dove abbiamo siglato accordi importanti con la municipalità di Pechino e i ministeri dell’Ambiente cinese e italiano che ci supporteranno nella diffusione».
La politica «verde» Usa e il prossimo sbarco delle tecnologie Fiat al di là dell’Oceano Atlantico.
«Fiat-Chrysler è senz’altro un’opportunità importante per Tyre. Non pensiamo, comunque, di aprire un secondo impianto in Usa».
Usa e Cina sono ai ferri corti sui dazi. Pensa che la guerra possa spostarsi anche in Europa?
«No, la filosofia europea non prevede dazi punitivi. È certo, però, che come presidente dell’Associazione europea dei costruttori di pneumatici, puntiamo a tutelare gli utenti dall’importazione da qualsivoglia Paese di prodotti inquinanti e dannosi per la salute. Chiediamo agli Stati membri di rendere più severe le misure punitive».
Gli analisti stanno premiando il titolo Pirelli (ieri +2,1%) e tutto il comparto pneumatici. È tornata la fiducia?
«Il nostro è un mercato di ricambio che, dunque, risente meno delle crisi. Da qui la fiducia. Pirelli è trattata a sconto rispetto ai concorrenti. E con i dati semestrali ha mostrato la capacità di raggiungere i target».
Pronti alle acquisizioni preventivate?
«Sì, lavoriamo su vari fronti allo scopo di cogliere nuove opportunità per impianti in Russia, Asia e Medio Oriente. La crisi ci ha costretto a congelare per un anno i piani russi. Nessun progetto in tal senso che riguarda la Germania (Continental, ndr)».
La riorganizzazione varata a settembre prevede risparmi per 10 milioni nel 2010.
«Confermo anche investimenti per 20 milioni entro fine 2009».
Altri esuberi in vista?
«Siamo al termine delle operazioni di taglio.

La più dolorosa ha riguardato la chiusura di una fabbrica in Spagna dove, però, ci siamo impegnati a trovare soluzioni per salvare parte dei posti di lavoro».
Il settore è entrato nel dopo-crisi?
«Siamo nel dopo-crisi. Il 2010 sarà un anno di recupero e di crescita del business anche se non ai livelli del 2007».

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