Ribaltone in Leonardo: fondi italiani fuori dal cda

In Leonardo finisce l'era di Alessandro Profumo, inizia quella dell'ex ministro Roberto Cingolani che ricoprirà il duplice ruolo di amministratore delegato e direttore generale

Ribaltone in Leonardo: fondi italiani fuori dal cda
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In Leonardo finisce l'era di Alessandro Profumo, inizia quella dell'ex ministro Roberto Cingolani che ricoprirà il duplice ruolo di amministratore delegato e direttore generale. Alla presidenza, invece, nominato Stefano Pontecorvo. Il cda, riunitosi a valle dell'assemblea dei soci, ha nominato anche Lorenzo Mariani (lascerà la guida di Mbda Italia, il costruttore di missili) come condirettore generale, quest'ultimo è un manager di lungo corso interno al gruppo che era stato accostato nelle scorse settimane come possibile candidato alla poltrona di ad.

La vera sorpresa di giornata, tuttavia, arriva dal voto in assemblea che vede la sconfitta totale della lista di Assogestioni, che non riesce a portare nemmeno un candidato nel consiglio d'amministrazione. Trionfa, invece, la lista presentata dalla società di investimenti americana Greenwood, affiancata dai fondi Sachem e Banor, e rappresentativa dell'1,55% del capitale: si siedono così nel board 4 candidati, ovvero Giancarlo Ghislanzoni, Dominque Levy, Silvia Stefini, Steven Wood. L'assemblea ha dato l'ok anche ai conti del 2022 e approvato la distribuzione di un dividendo di 0,14 euro per azione.

L'assise ha avuto una ricca partecipazione degli azionisti istituzionali, in larga parte esteri, con il 52,193% del capitale sociale. Il voto ha assicurato la maggioranza delle preferenze alla lista del Tesoro con il 48,096% circa del capitale rappresentato in assemblea, andando anche a conquistare una quota consistente oltre al 30,2% in mano al Mef. La lista Greenwood ha ottenuto il 42,04% dei voti, piazzando tutti i suoi candidati. Flop invece per Assogestioni, che si ferma sotto al 10% delle preferenze. Una spallata inattesa per la lista dei gestori di fondi, che esprime nei cda delle controllate un ruolo di vigilante con i suoi consiglieri indipendenti. La bocciatura dei fondi esteri, quindi, è un duro colpo a questo sistema.

Oggi c'è l'assemblea degli azionisti di Eni, ma il fronte più caldo è l'assemblea dei soci di Enel dove si è in presenza di una situazione simile a quella di Leonardo. In questo caso, in competizione alla lista del Mef che appoggia Flavio Cattaneo come ad e Paolo Scaroni come presidente, il fondo Covalis ne ha presentata una alternativa proponendo alla presidenza Marco Mazzucchelli. Nel mezzo, invece, c'è sempre la lista di Assogestioni, che ha presentato quattro candidati senza però proporre un presidente.

Al di là di Enel, comunque, Covalis in una missiva agli azionisti ha criticato la capacità di Assogestioni di dare un'efficace rappresentanza ai fondi italiani ed esteri nel capitale delle società quotate. All'associazione dei gestori viene rimproverato di non aver posto obiezioni sulla non indipendenza del candidato presidente alla lista del Mef, Scaroni. L'assemblea di oggi, pertanto, andrà a riproporre un confronto acceso tra Covalis, che gestisce 5 fondi per lo 0,64% del capitale di Enel, e Assogestioni, titolare complessivamente dell'1,86% del capitale.

Secondo i calcoli degli esperti, per riuscire a piazzare suoi candidati in cda Covalis dovrebbe cercare di raggiungere almeno l'8-9% delle preferenze. Traguardo difficile, ma tutto è possibile dopo l'assemblea di Leonardo.

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