Ci sono volte in cui non vorrei esprimermi con un commento di Borsa.
Ecco, quella delle elezioni USA è una di quelle.
Già abbiamo visto cosa è servito scervellarsi prima delle elezioni scorse in cui tutti davano per certa la vittoria della Clinton ed invece ci siamo presi Trump per 4 anno.
John Kennet Galbrait diceva che le previsioni economiche ci fanno rimpiangere il valore scientifico dell’astrologia e nel caso delle elezioni è assolutamente vero.
Mi ha stupito in settimana di vedere alcuni commenti di personaggi noti ce parlano con certezza dei risultati delle elezioni partendo da variegati e spesso sottilissimi preamboli. So che il pubblico ama queste previsioni per 2 ragioni: la prima come il sangue nell’area dei gladiatori nel grande business delle previsioni si persegue il discredito di chi sbaglia le previsioni.
La seconda è che la trasformazione dell’incerto in certo è una alchimia che eccita le folle dalla notte dei tempi.
Alzarsi in piedi dire "ebbene io vi dico che domani…" è in maniera messianica ciò che le folle desiderano al massimo.
E questo cozza in maniera brutale con la realtà della Borsa che è basata sulle probabilità e la mancanza di ego. Ovvero io prendo una decisione, agisco di conseguenza sapendo ben da subito che nel 49% dei casi avrò torto ma siccome sarò talmente abile a controllare il rischio ecco che nel 51% delle volte che guadagno la vincita media sarà almeno 1,5 volte la perdita del 49% e quindi alla fine dell’anno il saldo del conto sarà positivo.
Così funziona il gioco, in Borsa non ci sono cartellini rossi se non la perdita del capitale, tutto il resto vale una risata.
Per questo ragione io sto con i piedi per terra e non azzardo nessuna previsione se non quello che vedo (anzi divino … visto il tenore di questo articolo) dalle barre dei grafici di Borsa: un immenso triangolo sugli indici USA e una congestione maledetta sulla Borsa Italiana.
Ricordo il fascino intellettuale del mio indimenticabile professore di Geografica Economia all’Università di Montepellier Monsieur Michel Garrabé quando parlava delle ere di transizione nella storia tra le ere di inizio e di terminazione. Da sempre quella metafora di tipo storico mi accompagna nell’analisi dei corsi di Borsa: abbiamo avuto il timore di una fine improvvisa del vecchio mondo a marzo 2020 poi l’inizio senza sosta della nuova era dei FAANG (i titoli tecnologici del Nasdaq) ed ora siamo entrati nella fase di transizione verso un’altra era dove la pandemia la farà ancora da padrona per almeno un anno? Il grafico del Nasdaq mostra un triangolo simmetrico e sappiamo che i triangoli simmetrici sono figure di continuazione.
Se dovesse rompersi il minimo relativo precedente un triangolo simmetrico può diventare un doppio massimo e quello sarebbe inquietante perché un mercato come quello odierno negli USA non inverte dalla sera alla mattina. E un doppio massimo sarebbe la ciliegina sulla torta.
Questa volta cari lettori non sono di aiuto anzi non voglio essere di aiuto: mai come in questa fase
aspettare gli eventi per banalmente seguire il movimento della folla è la soluzione migliore. Inventarsi storie strane quando non è il caso non lo fai quando giochi con i soldi veri, quando lo fai con quelli del Monopoli sì…- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.