Economia

Elkann: "Ok svolta elettrica dal 2035"

Dichiarazione pro Ue, ma da presidente Ferrari. Oggi parla l'ad di Stellantis Tavares

Elkann: "Ok svolta elettrica dal 2035"

Le vendite di auto in Italia, in attesa di verificare nei prossimi giorni l'impatto benefico dei rinnovati incentivi, tornano a vedere il segno negativo con cui avevano iniziato il 2021 (-14% a gennaio e -12,3% in febbraio). Rispetto a luglio 2020, le immatricolazioni sono calate del 19,4% (dato ancora più pesante se si guarda al 2019, prima che arrivasse il flagello Covid-19: -28,1%). Un brusco ritorno alla realtà nonostante i dati macroeconomici del Paese diano buoni segnali di ripresa, ma viziato principalmente da due fattori: l'indisponibilità di semiconduttori (problema generale) che ha costrettto le Case automobilistiche a rivedere i piani di produzione e, soprattutto, il solito effetto annuncio. È da più di un mese che si discuteva sul rifinanziamento dei bonus (350 milioni con o senza rottamazione), puntualmente decollato proprio ieri.

Tutti contenti? Positivo l'impegno di alcuni parlamentari, ma occorre fare di più. Le associazioni di categoria sottolineano, infatti, la scarsezza delle risorse assegnate, assolutamente insufficienti per gestire in modo adeguato la transizione verso la decarbonizzazione. E a proposito di obiettivi green, il cosiddetto «Fit for 55» della Commissione Ue che dal 2035 si propone di spazzare via tutti i motori endotermici per dare spazio solo alle vetture elettriche, il botto ieri è arrivato da John Elkann, parlando come presidente di Ferrari. Di fatto, il numero uno del Cavallino rampante (ma anche presidente di Stellantis), ha dato il benvenuto alla proposta di regolamentazione Ue, spiazzando i colleghi top manager degli altri gruppi (da seguire, oggi, la call post conti dell'ad di Stellantis, Carlos Tavares, che non ha mai nascosto perplessità e timori per le ricadute sociali del «tutto elettrico»). «Diamo il benvenuto alla nuova regolamentazione Ue - le parole di Elkann in casacca Rossa -, capiamo la determinazione di lavorare sull'agenda climatica e la sottoscriviamo; ciò crea opportunità interessanti sui prodotti. L'elettrificazione apre un intero mondo nuovo e questo è ciò che entusiasma di più. Si apre un nuovo campo di gioco che ci costringerà a essere più innovativi. Sono molto favorevole agli effetti dell'elettrificazione, però questa risolve il problema delle emissioni, non quello dell'impatto ambientale. Dobbiamo, quindi, innovare non solo dalla parte delle auto, ma anche dalla parte delle fonti di energia carbon free». Elkann si è spinto anche oltre: «Penso che nel decennio 2030-2040 avremo molte più scelte, e questo comprende anche l'idrogeno».

Tutte affermazioni che hanno subito acceso la miccia delle polemiche e di possibili incidenti diplomatici. Proprio il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha affermato ieri, in un incontro online, riferendosi a Bruxelles, che «scelte politiche non vanno fatte in base a esigenze elettorali dei partiti verdi di Francia e Germania». Inoltre, per il ministro (come per i sindacati), «la transizione green e verso l'auto elettrica causerà esuberi per un terzo degli addetti nel settore». Da qui il rischio reale di un impoverimento industriale dell'Italia.

La palla passa a Tavares.

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