Enel conferma i target di fine anno licenziando i conti dei primi nove mesi, tra luci e qualche ombra. La società guidata da Francesco Starace ha registrato un risultato netto in flessione del 16,2% a 1,96 miliardi (nel terzo trimestre il risultato è in calo del 58,5% a 272 milioni), con ricavi a 54 miliardi (-6,5%) nei nove mesi e a 17,9 miliardi (-3,1%) nel trimestre.
Il cda ha anche preso atto delle dimissioni del consigliere indipendente Salvatore Mancuso «per motivi personali». In realtà si tratta della prima conseguenza della clausola di onorabilità, approvata dall'Enel (e bocciata dai soci Eni e Finmeccanica) che prevede la decadenza dei consiglieri rinviati a giudizio. Ed è quello che è capitato a Mancuso qualche giorno fa per opera del pm di Milano Roberta Nunnari nell'inchiesta su Risanamento, per l'ipotesi di reato di aggiotaggio e ostacolo all'Autorità di vigilanza.
Tornando ai conti, a pesare sono state le minori entrate da vendita e trasporto di energia elettrica e l'effetto cambi in Sud America e Russia. Il mol si è attestato a 11,6 miliardi: i minori risultati della divisione Iberia e America Latina sono stati parzialmente compensati dal miglioramento del margine delle attività in Italia. Sul fronte operativo, le vendite di energia elettrica sono scese del 3,5%. In calo anche il gas, con produzione in linea.
Rispetto al target di piano (debito 2014 a 37 miliardi), le nuove indicazioni tra 39 e 40 miliardi includono la vendita della quota nella controllata spagnola Endesa, ma non la cessione degli asset in Slovacchia e Romania. «Abbiamo anticipato alcune operazioni del 2015 - ha detto il cfo Luigi Ferraris - un'accelerazione del capex programmato nelle attività green e di alcune operazioni di minority buy out per Enersis».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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