Si scaldano i motori per il riassetto di Esselunga e in campo scende anche Mediobanca. Secondo quanto riportato ieri dal sito di Milano Finanza, si amplia la platea di advisor mentre è in corso l'arbitrato tra i due azionisti: da un lato, con il 70%, Giuliana Albera, seconda moglie del co-fondatore della catena, Bernardo Caprotti, scomparso nel 2016, e la figlia Marina, e dall'altro i figli di primo letto, Giuseppe e Violetta, titolari del restante 30 per cento.
Violetta ha infatti incaricato sul fronte legale lo studio BonelliErede e ha scelto Mediobanca come consulente finanziario di ampio raggio per valutare la catena di supermercati nell'ambito della vendita della quota detenuta nella holding Supermarkets Italiani a Giuliana Albera e alla figlia Marina. Queste ultime, assistite invece da Zaoui&co, nei mesi scorsi avevano esercitato il diritto di acquisto delle azioni di Supermarkets Italiani possedute da Violetta e dal fratello Giuseppe Caprotti per salire al 100% della cassaforte. Il fratello di Violetta, Giuseppe, è invece seguito dagli advisor indipendenti Marco Costaguta di Long Term Partners, Marco Lippi e dell'avvocato Roberto Casati. Sempre nelle scorse settimane era stato precisato che il prezzo di acquisto sarebbe stato determinato da terze parti indipendenti: la pattuglia di consulenti schierati lascia prevedere un braccio di ferro sul prezzo dell'uscita di Violetta e Giuseppe.
Resta capire quale sarà il futuro del gruppo: quotazione entro il 2021 o vendita a un big internazionale, per una cifra vicina ai 7 miliardi. I fratelli di primo letto del defunto Bernardo Caprotti potrebbero cedere il loro 30% anche a fondi di private equity, a partire da Cvc o Blackstone.
Zaoui & C, consulente di Giuliana e Marina, aveva valutato la catena di supermercati tra i 4 e i 4,5 miliardi di euro. Una stima che si tradurrebbe in un assegno, per Violetta e Giuseppe, tra gli 1,2 e gli 1,35 miliardi. Cifra però inferiore al miliardo a testa al quale, a quanto circolava, puntavano i due fratelli per vendere. A dire ora l'ultima parola sarà il collegio arbitrale.
La trattativa per la
vendita definitiva potrebbe essere lunga e comunque non è attesa concludersi prima della metà dell'anno. L'opzione di acquisto era parte dell'accordo che nel luglio 2017 mise fine alle querelle tra i due rami della famiglia.
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