Occhi puntati su Monte dei Paschi, che oggi a mezzogiorno riprende il braccio di ferro con i sindacati sul piano industriale. Le forze sociali rifiutano le previste esternalizzazioni (2.300 dipendenti), ma un accordo potrebbe essere vicino compensando le mancate «uscite» con l'integrativo e altri risparmi. Dopo Unicredit, che ha trovato l'intesa sul premio aziendale (da 500 a 1.300 euro), sabato notte si è ricomposta la vertenza della Popolare dell'Emilia Romagna: i dettagli sono attesi oggi ma - secondo il piano industriale - sulle 1.100 eccedenze dichiarate, 650 addetti saranno ricollocati sul territorio mentre gli altri 450 saranno pensionati o pre-pensionati. «L'accordo di Unicredit dimostra che quando c'è la volontà è possibile raggiungere un'intesa di reciproca soddisfazione anche su temi complessi», sottolinea il leader della Uilca, Massimo Masi: Piazza Cordusio ha ottenuto flessibilità organizzativa e la razionalizzazione degli organici. Masi ribadisce invece come rimanga «insoddisfacente» il confronto a livello nazionale con l'Abi «su orari di lavoro, inquadramenti e gli altri punti in sospeso del contratto». Mercoledì il comitato esecutivo di Palazzo Altieri affronterà il nodo dei costi del settore, considerati insostenibili nello scenario post crisi, e il problema degli addetti «over 55»; sul tavolo ci sarà poi il manifesto programmatico della seconda presidenza Mussari.
A guidare la delegazione sindacale dell'Abi è Francesco Micheli, che presiede anche le trattative di Intesa Sanpaolo, di cui è direttore operativo dal 20 luglio: Ca de' Sass ha annunciato altri mille esuberi da qui al 2015.
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