In Europa l'auto è in frenata Il ritocco Iva spaventa l'Italia

Salgono le immatricolazioni in estate, ma le prospettive peggiorano I concessionari: «Un nuovo aumento dell'imposta il pericolo più grande»

Ai problemi economici che interessano buona parte dell'Unione europea, tra tutti l'incombente deflazione e la recessione che attanaglia in particolare il nostro Paese, a far tremare i già indeboliti operatori del settore automobilistico è il possibile nuovo rincaro dell'Iva. «Il pericolo più grande», come lo definisce Filippo Pavan Bernacchi, numero uno di Federauto, l'organizzazione che riunisce i concessionari. Per l'Italia sarebbe un colpo mortale, visto l'andamento negativo dei consumi, confermato - per il mercato dell'auto - dal -39,6% delle vendite che il nostro Paese ha segnato, tra gennaio e agosto, rispetto alla media Ue. Di ieri, infatti, sono i dati sull'andamento delle immatricolazioni diffusi dall'Acea.

E all'occhio balza subito, ancora una volta, la debolezza italiana in un contesto che vede, nell'arco degli otto mesi, una crescita complessiva delle vendite pari al 5,8% (+1,8% il solo agosto, dodicesimo mese positivo). Italia a parte, gli esperti sottolineano però che non è tutto oro quello che luccica. «La dinamica delle immatricolazioni - osserva Gian Prima Quagliano, presidente del Centro studi Promotor - sta rallentando. E se il mercato dell'Ue riuscisse a mantenere questo tasso di crescita sino alla fine dell'anno, le immatricolazioni nell'intero 2014 toccherebbero quota 12.568.000, pur sempre inferiori al livello ante-crisi del 2007 di oltre il 19%». Secondo Quagliano, comunque, non è affatto scontato che questo risultato, peraltro modesto, possa essere raggiunto. Tutta colpa del mercato riferito alla sola Eurozona che nei primi otto mesi del 2014 è cresciuto, come vendite, del 4,2%, mentre nel complesso dei Paesi che non hanno adottato la moneta unica la crescita nello stesso periodo risulta del 10,1%. A incidere negativamente sulle difficoltà dell'area euro è poi la debolezza dei tre maggiori mercati: Francia, Germania e Italia (soprattutto).

Ma ci sono altri mercati, posizionati nel Sud dell'Eurozona, che nonostante le recenti politiche di austerity, sono in recupero con tassi abbastanza sostenuti. A fine agosto il mercato spagnolo cresce infatti del 16,4%, quello cipriota del 16,8%, quello greco del 21,4% e quello portoghese del 35,7%. «Fa eccezione - rileva ancora Quagliano - il mercato italiano, che a fine agosto conserva un margine di crescita sullo stesso periodo dell'anno scorso del 3,5%. Del resto, la ripresina che aveva seguito l'inversione di tendenza dello scorso dicembre si sta esaurendo coerentemente con la nuova entrata in recessione dell'economia e non è detto che il margine, sui livelli molto depressi del 2013 che ancora esiste in agosto, non si assottigli ulteriormente nei prossimi mesi».

E poi, come rimarca in una nota Romano Valente, direttore generale dell'Unrae (importatori in Italia), «l'accessibilità alla mobilità da parte delle famiglie resta frenata dall'assenza di provvedimenti», in grado di rilanciare i consumi e, quindi, il comparto con benefici sulla qualità dell'aria (nel Mezzogiorno l'incidenza di

veicoli inquinanti è altissima) e la sicurezza.

Nel dettaglio, si nota anche come Fiat Chrysler cresca meno del mercato: nei primi 8 mesi dell'anno, il gruppo ha consegnato 519mila vetture (+2,1%), con una quota del 6% (-0,2%).

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