Ex Ilva, blitz della finanza nelle sedi di Taranto e Milano

Perquisizione negli uffici di ArcelorMittal. E la procura indaga per "false comunicazioni al mercato" e "distrazione di beni del fallimento"

Ex Ilva, blitz della finanza nelle sedi di Taranto e Milano

Nello stabilimento di ArcelorMittal Italia è arrivata la guardia di finanza. I militari delle fiamme gialle stanno compiendo controlli nella sede dell'ex Ilva di Taranto e negli uffici di Milano della multinazionale, nell'ambito dell'indagine aperta (ancora a carico di ignori) dalla procura, dopo la denuncia presentata dai commissari straordinari.

Questa mattina, i finanzieri sono entrati negli uffici di ArcelorMittal nello stabilimento di Taranto e a Milano, per acquisire documenti e atti. Nel fascicolo aperto dalla procura di Taranto viene ipotizzato il reato di "distruzione di materie prime e di mezzi di produzione", che avrebbe causato danno all’economia nazionale, e quello di "appropriazione indebita". I commissari Ilva che hanno presentato denuncia, infatti, sostengono che il magazzino contenga meno merce rispetto a quella presente al momento della consegna. I militari delle fiamme gialle stanno acquisendo diversi documenti, tra cui anche quelli che riguardano l'acquisto delle materie prime e la vendita del prodotto finito, date le ingenti perdite durante l'amministrazione della multinazionale franco-indiana.

Gli uomini della guardia di finanza sono entrati anche negli uffici di ArcelorMittal nella sede di viale Brenta a Milano, per acquisire atti e documenti sulla gestione dell'ex Ilva. Le ipotesi di reato, iscritte dai pm milanesi nel fascico a carico di ignoti sono "false comunicazioni al mercato" e "distrazione di beni del fallimento". In particolare, la legge Fallimentare punisce al comma 2, "chiunque, essendo consapevole dello stato di dissesto dell'imprenditore, distrae o ricetta merci o altri beni dello stesso o li acquista a prezzo notevolmente inferiore al valore corrente, se il fallimento si verifica". La pena prevista è da 1 a 5 anni. L'altro reato su cui indaga la procura è invece l'aggiotaggio informativo, messo in atto con la diffusione di comunicati falsi o incompleti. Attualmente, il fascicolo della procura di Milano è un modello 44, ovvero un'indagine con ipotesi di reato, ma senza indagati. Oggi, i pm, ascolteranno altre persone informate sui fatti, con la speranza che riescano a chiarire i contorni della vicenda.

Il blitz di questa mattina, oltre all'acquisizione di documentazione, avrebbe l'obiettivo di effettuare

accertamenti contabili e commerciali.

Le perquisizioni arrivano a poche ore dall'interruzione della procedura che avrebbe dovuto portare allo spegnimento di tutti gli altiforni e alla chiusura degli impianti.

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