Famiglia Berlusconi pronta all'intesa sul testamento del Cav

Firme attese la prossima settimana, obiettivo una accettazione completa. E in Fininvest sarà stabilità

Famiglia Berlusconi pronta all'intesa sul testamento del Cav
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Pier Silvio Berlusconi, ad di Mfe-Mediaset e nuovo socio di maggioranza di Fininvest insieme con la sorella Marina, lo aveva già ribadito più volte: tra gli eredi del Cavaliere vige una «compattezza assoluta». Ulteriore conferma ci sarà all'inizio della prossima settimana, quando è attesa l'accettazione del testamento. Si tratta delle ultime volontà con le quali Silvio Berlusconi, poliedrico protagonista di un successo imprenditoriale che vede pochi eguali nella storia del capitalismo italiano, ha assegnato ai figli Marina e Pier Silvio la maggioranza di un impero che spazia dalla televisione ai libri, dal credito al calcio fino a diverse proprietà immobiliari per un valore stimato di almeno cinque miliardi. Oltre alla gestione delle società strategiche.

Dalla morte di Berlusconi, avvenuta il 12 giugno scorso, legali e consulenti si sono messi al lavoro per definire aspetti e valori del grande patrimonio: l'obiettivo è di arrivare a un'accettazione completa, cioè senza ricorrere al cosiddetto «beneficio di inventario». Un punto quest'ultimo sui cui si respira grande ottimismo tra gli eredi del Cavaliere, anche perché diversamente i tempi dell'esecutività dell'eredità sarebbero molto dilatati. Oltre che essere dettati dalle scadenze del Tribunale, come è accaduto con il testamento del fondatore di Luxottica, Leonardo Del Vecchio, appunto perché alcuni figli del «re degli occhiali» hanno scelto la via del beneficio di inventario. Ad Arcore e dintorni non si vuole che questo accada, con stime e trattative che sono gestite dagli stessi legali che il 5 luglio scorso hanno svolto il ruolo di testimoni per l'apertura delle ultime volontà di Berlusconi nello studio del notaio Roveda: si tratta di Luca Fossati per Fininvest e i due figli Marina e Pier Silvio, Carlo Rimini per Barbara, Eleonora e Luigi.

Il perno delle trattative non sono i 230 milioni complessivi che Silvio Berlusconi ha chiesto di donare al fratello Paolo, all'amico Marcello Dell'Utri e alla compagna Marta Fascina, ma i beni e la liquidità da assegnare ai tre figli minori per «compensarli» della quota meno ingente sul patrimonio complessivo. E soprattutto sulla gestione delle società. La holding Fininvest detiene infatti il 48,6% di Mfe-Mediaset (blindata con circa il 50% dei diritti di voto), il 53,3% di Mondadori e il 30% di Banca Mediolanum. Un tesoro da quasi tre miliardi solo di capitalizzazione di Borsa, con il gruppo televisivo che conserva tra le partecipate anche il 40% di Ei Towers e quasi il 30% della tedesca Prosieben.

Scattare una fotografia precisa dei beni mobiliari e immobiliari che facevano capo a Silvio Berlusconi ha richiesto un lavoro approfondito, ma in Fininvest non cambia nulla. Con l'amministratore delegato Danilo Pellegrino che è diventato anche direttore generale, mantenendo tutte le deleghe. Così come immutate sono quelle che fanno riferimento alla presidente Marina Berlusconi.

Poi si dovrà lavorare sui dossier aperti o da aprire a breve. Primo quello della squadra di calcio del Monza sulla quale le trattative per la cessione proseguono, quindi sulla quota in Ei Tower, probabilmente destinata a una fusione con Rai Way.

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