Un terzo trimestre migliore delle attese, seppur penalizzato dalle vendite in Europa e Cina, e dalla revisione delle stime sulla liquidità netta industriale: dai 3 miliardi di cassa previsti per fine anno si scende a 1,5-2 miliardi. Revisione al ribasso che è costata a Fca un calo del 3,2% in Borsa (13,75 euro) dopo una buona partenza del titolo grazie alla conferma della maxi-cedola extra di 2 miliardi derivante dalla cessione di Magneti Marelli.
Confermati, invece, gli altri obiettivi operativi per il 2018, con ricavi netti a 115-118 miliardi, ebit adjusted di 7,5-8 miliardi e utile netto adjusted a circa 5 miliardi. Per l'ad Mike Manley si tratta della prima vera trimestrale del gruppo sotto la sua guida, visto che sui conti del secondo trimestre aveva ancora inciso Sergio Marchionne, scomparso proprio il giorno della conference call. «Rispetto all'ex ad - commenta un analista - Manley è più compassato: ha il classico stile britannico». Il terzo trimestre ha visto l'utile netto adjusted attestarsi a 1,396 miliardi (+51%) per effetto della migliore performance operativa e dei minori oneri finanziari netti e imposte sul reddito. L'utile netto, invece, risulta pari a 564 milioni (-38%). In crescita del 9% i ricavi a 28,771 miliardi, con l'ebit adjusted arrivato al livello record di 1,995 miliardi (+13%) grazie al determinante forte traino del Nord America e ai risultati positivi in America Latina.
Al 30 settembre l'indebitamento netto industriale è di 189 milioni (a pesare i versamenti discrezionali anticipati ai piani pensionistici per 600 milioni), quando al 30 giugno il gruppo registrava una liquidità netta industriale di 456 milioni, mentre a fine 2017 il debito netto industriale era di 2,39 miliardi. Il Lingotto ha anche accantonato 700 milioni per far fronte alla possibile sanzione in arrivo per la vicenda del dieselgate negli Usa.
Europa (-4% nel trimestre) e Cina rappresentano per Manley «le sfide più grandi» sul fronte redditività, «in particolare la Cina, dove il gruppo ha visto calare vendite e ricavi a seguito di cambi normativi e organizzativi».
L'ad di Fca ha spronato il nuovo responsabile Emea (Europa, Africa, Medio Oriente), Pietro Gorlier: «Mi attendo un miglioramento del margine a livello generale e un significativo aumento delle vendite nell'area Emea. E Gorlier è la persona giusta per questo».
Dall'ad è quindi arrivata una rassicurazione sul futuro del Lingotto: «Ceduta Magneti Marelli, ci troviamo in una posizione molto più forte. E possiamo realizzare il nostro piano industriale al 2022 da indipendenti». Il 29 novembre prossimo, in proposito, Fca farà sapere ai sindacati come intende sviluppare la produzione in Italia, quali modelli saranno realizzati nel Paese e come saranno riconvertite ai motori elettrificati le fabbriche specializzate nei propulsori diesel.
Il Lingotto, infine, ha calcolato i dati del terzo trimestre 2018 escludendo il contributo di Magneti Marelli, ceduta per 6,2
miliardi di euro ai giapponesi di Calsonic Kansei: utile netto adjusted di 1,343 miliardi (+57%), utile netto in calo del 37% a 514 milioni, ricavi netti pari a 27,594 miliardi (+10%) ed ebit adjusted di 1,872 miliardi (+14%).
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