Economia

Fca e Psa si preparano a tempi difficili

Oggi il Consiglio dei francesi vara l'intesa. E Moody's avverte: auto in calo per 12-18 mesi

Fca e Psa si preparano a tempi difficili

La lettera d'intenti che dà ufficialmente il via al matrimonio tra Fca e Groupe Psa potrebbe essere siglata anche in giornata, al termine del consiglio di sorveglianza francese, o nei prossimi giorni. Il progetto di fusione ha intanto ottenuto la benedizione fondamentale del governo di Parigi, azionista con il 12% di Groupe Psa, lo stesso che la scorsa estate aveva messo i bastoni tra le ruote quando il Lingotto e Renault erano ormai a un passo dallo scambio degli anelli. «Quello tra Groupe Psa e Fca è un accordo che ha senso allo scopo di costruire un campione su scala globale per affrontare le sfide della mobilità sostenibile», ha commentato un funzionario del ministero della Finanze francese.

In casa Psa, intanto, c'è chi tra gli azionisti chiede chiarezza sui pesi delle due società nel futuro cda che vedrà John Elkann alla presidenza operativa. I posti assegnati sono 5 ai francesi e altrettanti a Fca, più quello di Carlos Tavares, attuale numero di Psa, designato ad del futuro gruppo. La richiesta avanzata da alcuni azionisti riguarda il mantenimento del posto a un uomo di Psa nel caso Tavares dovesse, non si sa quando, lasciare l'incarico.

Tre i punti del contratto tra le parti che il consiglio di sorveglianza di Groupe Psa vaglierà oggi con attenzione: la governance di lungo termine; l'uscita graduale dall'azionariato dei cinesi di Dongfeng; le potenziali difficoltà di Fca.

Lingotto e Groupe Psa si apprestano a far nascare una realtà da 8,7 milioni di auto in un momento molto complicato, come testimonia l'outlook globale di Moody's per i produttori del settore e della componentistica, visto negativo nei prossimi 12-18 mesi.

Alla previsione dell'agenzia di rating si aggiunge anche l'intenzionde della nuova presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, di ridurre ulteriormente i limiti alle emissioni (prima grana da affrontare per Mike Manley, neopresidente di Acea, l'Associazione dei costruttori di vetture nel Vecchio continente) e dare un impulso più forte alle vendite di veicoli elettrici. Tutto questo comporterà altri investimenti e, di riflesso, problemi che riguarderanno una forza lavoro del settore che, in Europa, sta subendo i primi consistenti tagli.

Moody's, nel suo rapporto annuale sull'automotive, parla di prospettive sfavorevoli, principalmente a causa del continuo calo delle vendite globali di auto nel 2020, per il secondo anno consecutivo, nel contesto di un indebolimento della crescita nei maggiori mercati, quali la Cina e i Paesi avanzati del G20. La flessione stimata per il prossimo anno è dello 0,9%, dopo un calo previsto al 3,8% nel 2019.

E come conseguenza del calo delle vendite di veicoli, l'Ebitda mediano dei fornitori di componentistica per auto del Nord America diminuirà di circa il 10% quest'anno, prima di rimbalzare dell'1% nel 2020. Moody's precisa anche che la crescita aggregata dei ricavi dei fornitori di componentistica europei continuerà a essere debole, con margini Ebitda e free cash flow probabilmente in flessione sempre il prossimo anno.

Ecco allora affiorare i primi timori che la congiuntura sfavorevole rimarcata da Moody's possa, in qualche modo, riflettersi sui piani di Fca-Psa, colosso che sarà molto impegnato sul fronte dell'elettrificazione dei prodotti. Entrambi i gruppi, nel presentare tempo fa l'accordo in dirittura, hanno sottolineato che non saranno chiusi stabilimenti.

Le preoccupazioni nei sindacati e tra i lavoratori, in Italia e Oltralpe, però restano.

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