Fca, il rebus del Canada sul tavolo di Marchionne

Serve un'intesa entro il 10 ottobre, il nodo di Brampton. Dieselgate: lascia il capo tecnico Audi

Fca, il rebus del Canada  sul tavolo di Marchionne

E ora tocca a Fca. Ratificato dal 64,7% dei lavoratori l'accordo tra Gm e il sindacato canadese Unifor, la palla passa alle tute blu di Fca e Ford. I due gruppi dovranno prendere l'intesa tra Gm e Unifor come base per un possibile patto con le rispettive maestranze. Fca, che ieri in Piazza Affari ha ceduto il 3,6% a 5,55 euro, ha tempo fino alla mezzanotte del 10 ottobre per trovare la quadra. Quindi, a esprimersi, saranno i lavoratori.

In Canada il gruppo guidato da Sergio Marchionne è presente nella regione dell'Ontario, a Windsor e a Brampton. Unifor vorrà garanzie soprattutto per il secondo impianto, piuttosto antiquato e ubicato nel bel mezzo della città, quindi abbastanza difficile da ampliare. Un po' come accade alla Maserati di Modena, nella semicentrale via Ciro Menotti.

Da rinnovare c'è soprattutto l'area verniciatura. Il sindacato pretende garanzie da Fca e resta da vedere se, come ha fatto Gm, l'intesa con Unifor verterà sullo scambio tra un costo del lavoro più leggero e nuove assunzioni. Gm, comunque, ha anche sottoscritto l'impegno a investire nei suoi siti canadesi oltre 370 milioni di euro. Una cifra considerevole visto che il Canada non è un Paese economico. Più convenienti, per vari aspetti, sono Usa e Messico.

Il rinnovo del contratto riguarda circa 10mila lavoratori di Fca, 4mila dei quali sono occupati a Brampton. Per Marchionne si tratta dell'ultimo rinnovo contrattuale con i sindacati nordamericani, in questo caso quello canadese, visto l'annunciata uscita da Fca nel 2019. Intanto, secondo quanto riporta Bloomberg, negli Usa il gruppo è stato oggetto di critiche per i ritardi nell'auto ibrida ed elettrica (la Fiat 500e è venduta solo in alcune aree). A bacchettare Fca è Chris Grundler, capo dell'ufficio qualità di aria e trasporto dell'Epa, la severa Agenzia Usa per la protezione dell'ambiente. Per Grundler, Fca dovrà spendere più di 5 miliardi di dollari per rispettare gli standard sui consumi previsti al 2025.

Intanto, a proposito di «green», cade un'altra testa a causa del Dieselgate. Stefan Knirsch, responsabile per Audi dello sviluppo tecnico, si è dimesso.

Il manager avrebbe mentito alle autorità e sarebbe stato a conoscenza, riportano i media tedeschi, dell'inghippo delle centraline. Sempre Knirsch era subentrato, meno di un anno fa, a Ulrich Hackenberg, pure finito nel vortice del Dieselgate.

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