Fca vola in Borsa: +7% Renault si piega a Trump

Per Goldman Sachs il Lingotto è sottovalutato Ghosn: «L'industria si adeguerà alla stretta»

Pierluigi Bonora

Analisti e banche d'affari continuano ad avere un chiodo fisso: Fca. E continuano le stime positive sul gruppo automobilistico guidato da Sergio Marchionne, tanto che ieri in Piazza Affari le azioni sono cresciute del 7% a 9,90 euro (+31,4% in un mese e +93% da sei mesi a questa parte). Dopo i commenti di Mediobanca Securities (prezzo obiettivo salito da 7 a 12 euro) e Banca Akros, ottimista sulla crescita dei margini, un nuovo colpo all'acceleratore è arrivato da Goldman Sachs con un target price, per Fca, di 16,5 euro. L'upside implicito nel nuovo prezzo obiettivo (circa 80%) è il più alto del settore auto europeo. La banca d'affari ha così inserito Fca nella Conviction list, spiegando questa decisione con il fatto che il mercato starebbe fortemente sottovalutando l'abilità del gruppo nel migliorare il suo price mix nell'area Nafta (Usa, Canada, Messico) privilegiando la produzione di vetture più redditizie, in pratica lo stesso concetto espresso da Akros. Goldman Sachs affronta anche il nodo del debito di Fca, per il quale si attende una riduzione da 4,7 miliardi nel 2016 a 3,2 nel 2018. Questi giudizi sembrano quindi ignorare le preoccupazioni di alcuni analisti sul debito netto industriale (6,5 miliardi alla fine del terzo trimestre), lo scetticismo sulle prospettive di utile derivato dalla convinzione che il mercato Usa abbia raggiunto ormai il top, e le carenze di Fca sul fronte tech rispetto ai concorrenti. A impressionare positivamente, in proposito, potrebbe essere stato il concept elettrico e multimediale, Chrysler Portal, esposto in questi giorni al Ces di Las Vegas.

La banca d'affari sembra ignorare anche le possibili ripercussioni su Fca delle sempre più pressanti minacce del nuovo presidente Usa, Donald Trump, verso chi produce veicoli in Messico. Fca ha due stabilimenti nel Paese del Centroamerica, e in uno di questi, a Toluca, sta per partire l'assemblaggio della nuova Jeep Compass. Trump, dopo la lavata di capo a Gm e aver convinto Ford a bloccare il nuovo investimento in Messico, se l'è presa anche con Toyota, prima società non Usa a entrare nel mirino, pronta a destinare 1 miliardo di dollari a un impianto messicano. Da parte sua, il numero uno dell'Alleanza Renault-Nissan, Carlos Ghosn, ha lanciato un messaggio distensivo: «L'industria dell'auto si adeguerà alle regole imposte dalla nuova amministrazione americana, a condizione che le regole siano uguali per tutti».

Primi riscontri, infine, su chi nel 2016 ha venduto più veicoli nel mondo. Nella classifica redatta da Focus2move a figurare in testa, nonostante lo scandalo del Dieselgate, è il Gruppo Volkswagen con 10.102.036 tra autovetture e veicoli commerciali. Seconda Toyota (9.947.416), terza l'Alleanza Renault-Nissan (8.513.

050), quarto il Gruppo coreano Hyundai-Kia (8.175.871) e quinta Gm (7.972.401), Fca si colloca all'ottava posizione (4.864.390), dietro a Ford (6.295.636) e Honda (4.906.685), e davanti ai francesi di Psa (3.248.108) e a Suzuki (2.855.573).

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica