Febbraio è stato un altro mese positivo per l'industria italiana del risparmio gestito che si presenta in gran forma in vista del Salone del Risparmio in programma dal 6 all'8 aprile presso il MiCo di Milano. Innanzitutto perché la raccolta netta è tornata a salire rispetto al mese precedente (dai 6,1 miliardi di gennaio ai 9,1 miliardi di questo mese con un incremento quindi di poco meno del 50%). In secondo luogo perché i flussi di investimento sono stati equamente ripartiti tra i fondi comuni (4,6 miliardi) e le gestioni patrimoniali (4,5): queste ultime, invece, lo scorso mese avevano totalizzato circa l'80% della raccolta mensile. Momento difficile per le gestioni retail, con un saldo negativo di 112 milioni anche in febbraio dopo i -78 milioni di gennaio. Toniche invece le sottoscrizioni delle gestioni patrimoniali per clienti istituzionali (da 4,9 a 4,5 miliardi). Per quanto riguarda i fondi comuni, bene il mese scorso i monetari euro con 3,3 miliardi di cash flow (che sale a 5,1 miliardi da inizio anno): bene anche i flessibili (1,1 miliardi) e gli azionari (604 milioni); meno vivaci le sottoscrizioni verso i bilanciati (-53 milioni) e verso gli obbligazionari (-549 milioni). A fine mese, comunque, il patrimonio degli obbligazionari restava ampiamente il più ampio (342,3 miliardi pari al 41,2% del totale), distanziando quello dei flessibili (198,9 e 23,9%), degli azionari (177,9 e 21,4%), dei bilanciati (66,6 e 8%) e dei monetari (401 e 4,8%). Infine il confronto tra i fondi di diritto italiano e quelli esteri vede anche questo mese gli esteri chiudere in positivo (4,8 miliardi) mentre i fondi made in Italy hanno chiuso in rosso (-362 milioni).
Flussi mensili che hanno contribuito ad allargare ulteriormente la forbice tra i patrimoni: quello dei fondi esteri a fine febbraio ammontava a 604,2 miliardi (72,7%) mentre quello dei fondi italiani era pari a 227 miliardi (27,3%).A febbraio vola la raccolta: superati i nove miliardi
Flussi d'investimento ben equilibrati tra fondi e gestioni di patrimonio Bene i monetari euro e i flessibili, arrancano bilanciati e obbligazionari
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