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Le Ferrovie frenano sul dossier Ita Bene il fatturato (+14%)

Ferraris: "Non abbiamo le competenze per gestire gli aerei. Sì ad alleanze commerciali"

Le Ferrovie frenano sul dossier Ita Bene il fatturato (+14%)

La posizione delle Fs non cambia: entrare nel capitale di Ita non è nella visione di Luigi Ferraris, ad della holding ferroviaria. «Siamo interessati al trasporto aereo dal punto di vista commerciale ma non abbiamo le competenze per gestire gli aerei», ha ripetuto ieri mostrandosi tiepido sul coinvolgimento nella privatizzazione della compagnia e anticipando alcuni dati del bilancio 2022 delle Fs, che dimostrano come il mestiere di far viaggiare i treni le Fs lo sappiano fare benissimo.

È la seconda, forse la terza volta che il gruppo Fs viene chiamato in soccorso della compagnia di bandiera: nel 2018 fu aperta la gara per la cessione di Alitalia e le Fs furono indotte dal loro azionista al 100%, il Tesoro, a entrare in una cordata di cui facevano parte Atlantia e l'americana Delta. Erano i tempi del primo governo Conte i colloqui durarono un anno. Va ricordato che lo scenario era quello precedente al Covid. Ma anche ai tempi di Mauro Moretti, uscito dalle Fs nel 2014, il gruppo aveva stava studiando le eventuali sinergie cielo-rotaia.

Ora c'è una differenza di fondo: non si tratta di Alitalia commissariata ma di Ita, una società con socio unico il Mef, che controlla al 100% anche le Ferrovie. Che senso ha, allora, far entrare con una quota le Fs in Ita, quando l'azionista è lo stesso? I concetti espressi ieri da Ferraris sono: bene la collaborazione commerciale biglietto unico, intermodalità, migliore connettività degli aeroporti. «I mezzi di trasporto devono parlare tra loro» ha detto, ma «non siamo nella data room di Ita e nessuno ci ha chiesto di entrare». Anche un ingresso con una piccola quota, attorno al 10-15%, «non significherebbe gestire una compagnia». In altre parole se a Fs fosse richiesta una presenza rappresentativa questo non cambierebbe il fatto che per guidare una compagnia aerea occorrono competenze aeronautiche. Tanto che su questo il Tesoro è in trattative con Lufthansa.

Le Fs dimostrano di saper fare bene la gestione ferroviaria. I risultati 2022 mostrano il fatturato crescere del 14% e l'anno chiudere in attivo senza gli aiuti-Covid del 2021. Per le Frecce Ferraris ha parlato di «risultati eccellenti, con una crescita dei passeggeri del 110%», e ha sottolineato «una politica di prezzi contenuta che ha assorbito l'aumento dei prezzi dell'energia». Tra le grandi sfide delle Fs c'è quella della concorrenza che si gioca sul fronte europeo, dove le Fs sono già presenti con 10mila dipendenti e il 9-10% di fatturato sul totale del gruppo. Di grande attualità anche il potenziamento dei trasporti urbani su rotaia e la riqualificazione urbana dove 35 milioni di metri quadrati intorno alle stazioni attendono di essere valorizzati.

Tornando al trasporto aereo, va segnalato che, come annunciato dal presidente Renato Schifani, la Regione siciliana si è rivolta all'Antitrust per denunciare il «caro voli« tra Sardegna e continente in particolare delle tratte che collegano Roma con Palermo e Catania, servite solo da Ita e Ryanair che si sarebbero accordate tra di loro per fare cartello sui prezzi.

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