Fiat, 7 miliardi sul piatto dell'eldorado Brasile

Fiat, 7 miliardi sul piatto dell'eldorado Brasile

Il Brasile arriva prima di Mirafiori e Cassino. È la legge dei numeri e dei «pesi». Inutile dire che il traino del gruppo automobilistico continua a rimanere proprio il Paese sudamericano. Da qui la scelta di privilegiare, nella nuova visione globale del Lingotto, quell'area del pianeta. Sergio Marchionne, ad di Fiat e Chrysler, ha messo come ciliegina all'incontro con la presidente brasiliana Dilma Rousseff un ricco piano d'investimenti del gruppo nel Paese (ormai il quarto mercato mondiale, il più importante per il gruppo fuori dall'Italia) che avrà importanti ricadute sull'occupazione: 7 miliardi di dollari entro il 2016 e un aumento del numero dei lavoratori negli impianti del Lingotto di 7.700 unità (e di 12mila nell'indotto). In Brasile, del resto, Fiat continua a crescere: in aprile, tra automobili e furgoni, il Lingotto ha immatricolato quasi 70mila unità, il 30% in più rispetto a un anno fa. Il primo quadrimestre, inoltre, è risultato il migliore da 36 anni di presenza torinese nel Paese: le vendite hanno raggiunto quota 248.440 unità (+9,4%), mentre la penetrazione nel mercato è pari al 22,5 per cento.Best seller in Brasile è la berlina Fiat Siena, con 35mila unità immatricolate.
Da Brasilia, Marchionne si è quindi spostato a Cordoba, in Argentina, dove alla presenza di un'altra presidente, Cristina Elisabet Fernández de Kirchner, ieri ha inaugurato il nuovo impianto Cnh che produrrà macchine agricole. Sud America, dunque, più che mai al centro dell'attenzione delle galassie Fiat e Fiat Industrial.
È toccato ad Alfredo Altaviilla, braccio destro nonché «ambasciatore» di Marchionne, e responsabile per il gruppo Fiat dei mercati Europa, Africa e Medio Oriente, fornire nuove rassicurazioni sull'impegno del Lingotto in Italia. Qualcosa si sta muovendo su Mirafiori, a Torino, ma sindacati e lavoratori restano sempre in attesa di maggiore chiarezza sul futuro delle due fabbriche.
A un convegno organizzato dall'Anfia (filiera automotive italiana), Altavilla ha ricordato che gli stabilimenti italiani avranno un ruolo centrale nella strategia di Fiat-Chrysler per l'Europa. E che «l'alleanza di Fiat e Chrysler rappresenta una best practice per l'industria dell'auto grazie a chiarezza della strategia, rapidità del processo e successo dell'integrazione.

«Uno dei principali risultati dell'alleanza Fiat-Chrysler - ha aggiunto Altavilla, a beneficio della platea - è rappresentata dall'apertura di opportunità globali anche per la rete di fornitori». In Italia, secondo i dati Anfia, dal 2007 si sono persi tra 15-20mila posti di lavoro nella componenstistica. Il fatturato del settore è visto in calo, per il 2012, del 10-12 per cento (37-38 miliardi).

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