Fiat, utili oltre le attese ma non ci sarà il dividendo

Fiat, utili oltre le attese ma non ci sarà il dividendo

Chrysler traina i conti di Fiat. Senza la controllata americana, che nel 2012 ha guadagnato 2,4 miliardi di euro, il gruppo sarebbe in perdita, anzichè in utile per 1,4 miliardi, oltre le attese degli analisti. Niente dividendo, però, per i soci: «Abbiamo scelto di non pagarlo per prudenza, per mantenere il livello di liquidità», spiega Marchionne, in vista della verifica sulle richieste avanzate da Veba, il fondo del sindacato Uaw, che detiene il 41,5% di Chrysler, relativamente alla quota della controllata Usa.
Marchionne ha anche aggiunto che la liquidità disponibile è comunque «sufficiente per soddisfare qualsiasi richiesta di Veba», tanto che è «molto improbabile» un aumento di capitale per acquistare Chrysler. La delusione degli azionisti si è però fatta sentire in Piazza Affari, dove il titolo Fiat ha perso il 4,83% a 4,45 euro (-1,41% la controllante Exor). Unica nota negativa di una giornata apertasi all'insegna della fiducia e dell'ottimismo, con il lungo applauso degli operai di Grugliasco, Fiom compresa, a Marchionne e a John Elkann: «Per volere della mia famiglia - ha detto il presidente di Fiat - e di Sergio Marchionne, nonostante le difficoltà di mercato, abbiamo fatto scelte difficili, per poter continuare a produrre in Italia». E l'ad ha ribadito: «Siamo determinati a usare i nostri stabilimenti italiani come base di produzione per veicoli destinati ai mercati di tutto il mondo», promettendo il pareggio delle attività in Europa entro il 2015-2016 e una soluzione per i 19 lavoratori di Pomigliano in mobilità, ma negando la possibilità di un rientro in Confindustria. E ai sindacati promette notizie su Mirafiori «entro giugno». Poi, nello stabilimento intitolato all'Avvocato, per la prima volta nella storia, si è tenuto il cda del gruppo, che nel 2012 ha ottenuto ricavi pari a circa 84 miliardi di euro, in aumento del 12% rispetto al 2011 (+8% a cambi costanti). L'utile della gestione ordinaria del gruppo ha raggiunto i 3,8 miliardi (+18% sul 2011 pro forma). Le regioni Nord America e Asia hanno registrato una significativa crescita, rispettivamente del 29% (+19% a cambi costanti) e del 50 per cento. L'America Latina si è confermata forte, mentre i ricavi dell'Europa sono scesi dell'11%. I marchi di lusso e sportivi - Ferrari e Maserati - hanno incrementato i ricavi del 7% a 2,9 miliardi. L'indebitamento industriale netto del gruppo torinese è salito a 6,5 miliardi dai 5,5 di fine 2011. La liquidità complessiva è pari a 20,8 miliardi. Ma l'anno «eccezionale», come l'ha definito Marchionne, è tutto di Chrysler: l'utile netto è balzato a 1,7 miliardi di dollari dai 183 milioni del 2011, mentre i ricavi si attestano a 65,8 miliardi di dollari (+20%). E proprio ai dipendenti americani l'ad Sergio Marchionne annuncia un premio di produzione: «I vostri sforzi fenomenali ci hanno aperto un orizzonte senza fine». Il Lingotto prenderà il controllo totale su Detroit «non appena me lo posso permettere», ha detto poi Marchionne agli analisti, dichiarando «irreversibile» il processo d'integrazione tra Italia e Usa.
Per il 2013, il gruppo Fiat conferma i target: ricavi nell'intervallo tra 88 e 92 miliardi di euro, utile della gestione ordinaria nell'intervallo tra 4 e 4,5 miliardi, utile netto nell'intervallo tra 1,2 e 1,5 miliardi e indebitamento netto industriale di circa 7 miliardi.

L'assemblea per l'approvazione del bilancio 2012 si terrà il prossimo 9 aprile. In arrivo anche un bond da cinque miliardi di euro da collocarsi entro il 31 dicembre 2014 presso investitori istituzionali. Obiettivo «un'ottimale gestione del debito consolidato».

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