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Una Fininvest solida prosegue sulla strada della continuità

Durante l'assise commosso ricordo di Silvio Berlusconi. Confermato il cda. L'utile netto del gruppo a 200 milioni

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Conferma della continuità nel controllo e nella governance. È una Fininvest solida quella che esce dalla prima assemblea e dalla prima riunione del consiglio di amministrazione dopo la scomparsa del fondatore Silvio Berlusconi. Il cda è, infatti, stato confermato in toto, con presidente Marina Berlusconi e amministratore delegato Danilo Pellegrino. Non è stato sostituito lo scomparso Niccolò Ghedini e il board risulta adesso composto anche dai consiglieri Barbara Berlusconi, Luigi Berlusconi, Pier Silvio Berlusconi, Adriano Galliani, Ernesto Mauri e Salvatore Sciascia. L'assise, composta dai figli del Cavaliere (che controllano Fininvest attraverso tre holding) si è aperta con un commosso ricordo di Silvio Berlusconi, del quale sono state rievocate la visione imprenditoriale, l'indole innovativa e le grandi doti umane.

Si è poi passati all'esame della performance del gruppo nel 2022. I risultati, si legge in una nota, sono stati «di grande soddisfazione, pur in un contesto macroeconomico gravato da pesanti incertezze» e «tutte le società hanno conservato la propria leadership nei rispettivi mercati di riferimento, mantenendo solida e invariata la strategia di lungo periodo». I conti hanno riportato, tuttavia, valori inferiori a quelli eccezionali dell'esercizio 2021, caratterizzato «da alcune significative componenti straordinarie e da un quadro economico-finanziario in forte ripresa dalla crisi per il Covid-19». In ogni caso, si è confermata «la solida tenuta delle società del gruppo» con il ritorno ai livelli pre-pandemici. Da evidenziare i buoni risultati delle partecipate: il gruppo MfE (controllato al 50%) ha dato ulteriore impulso alla sua crescita internazionale e Mondadori (53,3%) ha proseguito nel percorso di focalizzazione sui libri con mirate operazioni di M&A. Da segnalare, inoltre, l'importante risultato di Banca Mediolanum (30%) che ha registrato un margine operativo record pari a 680 milioni. Sul fronte sportivo, il 2022 è stato l'anno della storica promozione in Serie A conseguita dal Monza, controllato interamente.

I ricavi si sono attestati a 3,822 miliardi di euro, in linea con i 3,817 miliardi del 2021. Il margine operativo lordo è stato pari a 860,1 milioni (921,6 milioni). Il risultato operativo è ammontato a 248,4 milioni (373,8 milioni) e l'utile netto consolidato è pari a 200,2 milioni di euro (360,2 milioni). La flessione, spiega la nota, è in parte riconducibile «al venir meno di componenti positive non ricorrenti» ( buon andamento dei mercati finanziari e la plusvalenza dalla cessione di Towertel da parte di EI Towers).

La posizione finanziaria netta del gruppo Fininvest a fine 2022 ha evidenziato un indebitamento (dopo l'applicazione dell'Ifrs 16) di 1,232,8 miliardi. L'anno scorso sono stati effettuati investimenti per 563,2 milioni e il patrimonio netto consolidato al 31 dicembre risultava pari a 4,553 miliardi. È stato deliberato un dividendo di 100 milioni (150 milioni nell'esercizio precedente).

Le determinazioni dell'assise sono state diffuse a Borsa chiusa, ma Piazza Affari ha premiato i titoli del gruppo. Le azioni di categoria À di MfE hanno chiuso con un +1,18%, quelle di categoria B a +0,42%, Banca Mediolanum a +0,86% e Mondadori a +3,4 per cento.

Il gruppo editoriale presieduto da Marina Berlusconi ieri ha rivisto al rialzo la guidance 2023 raddoppiando le stime di crescita dell'utile netto da +10% a +20% annuo.

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