«E ora i 500 dipendenti di Mirafiori che resteranno ancora dei mesi in cassa integrazione ringrazino la Fiom», il commento a caldo di Roberto Di Maulo, segretario generale della Fismic, dopo l'annuncio da parte di Fiat di sospendere i 12 turni allo stabilimento Maserati di Grugliasco. «La sciagurata iniziativa di sciopero promossa dalla Fiom la scorsa settimana - accusa il sindacalista - ha avuto un primo effetto disastroso: la sospensione dei 12 turni che avrebbero permesso il rientro al lavoro, entro l'estate, a 500 lavoratori di Mirafiori oggi in cassa integrazione».
La miccia innescata nei giorni scorsi dalla Fiom che ha scatenato la dura reazione del Lingotto è l'unica nota stonata in una giornata che, per la rinata Maserati, è stata di festa, con l'inaugurazione, nell'avveniristica struttura del Museo Enzo Ferrari di Modena, della mostra sui 100 anni della casa del Tridente (per il valore storico dei modelli esposti, si tratta della maggiore rassegna di vetture Maserati mai organizzata al mondo).
Ecco allora che, per tutta la giornata, alle dichiarazioni sul nuovo scontro Fiat-Fiom e la reazione di Sergio Marchionne, definita «eccessiva e sbagliata» dal leader della Uilm, Rocco Palombella, si sono alternati momenti di grande soddisfazione per come Maserati sta affrontando il suo nuovo corso. «Il Tridente - ha detto con convinzione il presidente della Ferrari, Luca di Montezemolo, presente alla cerimonia - diventerà una concorrente delle case tedesche grazie al piano industriale da poco presentato».
Era stato comunque l'ad di Fiat Chrysler Automobiles, Marchionne, a ravvivare fin dalle prime ore del mattino la giornata con la lettera ai dipendenti del gruppo inviata al quotidiano La Stampa. «Quello che è successo pochi giorni fa - le parole del top manager riferite allo sciopero a Grugliasco, al quale hanno comunque aderito solo 200 operai - ha certamente cancellato opportunità preziose per sfruttare alcuni picchi di domanda. Ma, cosa ben più grave, ha inferto un duro colpo al nostro e al vostro lavoro. Gli episodi recenti, dovuti al comportamento di un'esigua minoranza, che hanno causato perdite produttive in un momento così delicato, non possono essere presi con leggerezza. Parlo direttamente a chi si è reso responsabile di questi episodi - puntualizza l'ad nel suo intervento -: vi chiedo di riflettere sulla gravità delle conseguenze. Non sottovalutate l'effetto che le vostre azioni possono provocare. Vorrei anche parlare a tutti quelli che, invece, si sono mostrati compatti e leali nell'impegno preso. Siete la stragrande maggioranza e mi rammarico nel vedere che gli atteggiamenti di pochi finiscono per sminuire il vostro apporto». «Non esiste alcun altro Paese in Europa o nel mondo - scrive ancora Marchionne - che permetta a una minoranza di danneggiare i diritti di tutti gli altri, specialmente il diritto al lavoro».
A Marchionne ha fatto eco, dal Museo Enzo Ferrari, l'ad di Maserati e Alfa Romeo, Harald Wester: «C'è stata una grande delusione per quanto avvenuto lunedì. In questo momento siamo capaci di produrre 150 vetture in due turni al giorno». E con chi gli ha chiesto per quanti giorni a settimana, Wester ha preferito glissare, rispondendo solo che dipende dai turni e che «il numero standard di giorni lavorativi in questo Paese è 230». Quindi, i numeri sulla svolta del Tridente: «A fine giugno abbiamo quasi eguagliato quello che abbiamo venduto nel 2013. I nostri impegni li confermiamo: 50mila nel 2015, 75mila nel 2018, disponibilità di tutti i nostri prodotti che sono stati fatti vedere nei nostri piani. E il Suv Levante arriverà a fine 2015 o inizio 2016».
Marchionne ha infine confermato, parlando in un convegno nel Regno Unito, che lo sbarco a Wall Street di Fca «è previsto nelle prime due settimane di ottobre». Fca, inanto, punta a vendere i titoli del Tesoro Usa in portafoglio e il 2,5% di Cnh Industrial agli investitori americani. «Ci libereremo di questi titoli. Abbiamo bisogno di iniziare a creare liquidità nel mercato Usa.
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