"Il Fisco è troppo invadente". I nuovi controlli nel mirino

Il garante della privacy lancia un messaggio chiaro: il Fisco controlla anche dati extratributari violando la riservatezza delle informazioni dei contribuenti

"Il Fisco è troppo invadente". I nuovi controlli nel mirino

Il Fisco ha un obiettivo chiaro: tenerci sotto controllo. Seguendo la battaglia contro l'evasione, il sistema fiscale ha dato il via (anche grazie alle linee guida della manovra giallorossa) ad una verifica senza sosta di tutti i dati che riguardano i contribuenti. Gli strumenti utilizzati sono tanti (risparmiometro, redditometro, superanagrafe, evasometro) ma questi mezzi rischiano di alzare il velo sulla privacy dei contribuenti. Il Fisco adesso incamera una mole di dati impressionante. Dati che rendono conto anche dei nostri movimenti sui conti correnti, delle nostre spese, il tutto riportato e confrontato col reddito. Ma come ha sottolineato già più volte il garante della privacy, questo tipo di operazione potrebbe essere rischiosa nella tutela dei dati riservati dei singoli cittadini. Le banche dati controllate dalle autorità fiscali solo nel biennio 2016-2017 di fatto sono stati portati avanti 121.849 e 163.330 accertamenti. Come riporta Italia Oggi però il Fisco non ha controllato solo i dati tributari di eventuali evasori.

I controlli senza privacy

È andato oltre. E a testimoniarlo sono le parole dello stesso garante della privacy che non usa giri di parole e sottolinea che spesso i dati analizzati hanno contenuti del tutto extratributari. Si tratta di informazioni sugli sconti applicati, le fidelizzazioni, le abitudini del consumo oltre a dati che nulla hanno a che vedere con il Fisco. E qui arriva la "stangata" del garante che avverte il Fisco proprio su questa mole di dati che vengono monitorati senza sosta: "La previsione di un obbligo di memorizzazione (e potenzialmente anche di utilizzazione) di dati personali sproporzionato, per quantità e qualità di informazioni, rispetto alle reali esigenze perseguite renderebbe, infatti, la norma illegittima per contrasto con il principio di proporzionalità del trattamento dei dati". Parole fin troppo chiare: il Fisco ci controlla troppo. E solo qualche giorno fa sul Giornale avevamo ricordato come le nuove direttive della manovra di fatto spalancano le porte a verifiche e accertamenti che riducono (e di tanto) il diritto alla privacy. La lotta all'evasione infatti è stata inquadrata come "priorità nazionale" e dunque sotto questa etichetta si sdogana un controllo fiscale a briglie sciolte.

Il Fisco infatti avrà accesso a diverse informazioni che non riguardano il quadro tributario e di fatto ci sarà poco spazio per la richiesta dell'accesso ai dati da parte del contribuente che in un eventuale contenzioso si troverà già sul banco degli imputati. Insomma la lotta all'evasione è legittima ma, come ricorda il garante, deve essere portata avanti nel rispetto della privacy di tutti...

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