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Fitch bacchetta Tim: "Troppi debiti"

Tagliato il rating, ma Labriola ribatte: "La società è sana, parleranno i risultati"

Fitch bacchetta Tim: "Troppi debiti"

Mentre la scure di Fitch si abbatte sul rating di Tim, un componente del cda si dimette senza dare spiegazioni. L'agenzia di rating internazionale, infatti, ieri ha rivisto il suo giudizio sull'azienda di telecomunicazioni italiana abbassandolo dal livello BB outlook negative a BB-, sempre con outlook negativo. Nello stesso giorno, sono arrivate le dimissioni di Frank Cadoret, uno dei due rappresentanti in cda di Vivendi, che nelle scorse settimane aveva lasciato anche l'incarico in Canal+.

Tornando però al downgrade, per l'agenzia «riflette l'assenza di una sufficiente riduzione del debito nel 2022. Fitch si aspetta che la leva finanziaria netta di Tim salirà oltre le 4,5 volte dal 2023, una soglia per mantenere un rating BB». Insomma, Tim anche a causa del peggioramento del contesto macroeconomico potrebbe non rispettare il piano di crescita e non ridurre il debito (già oltre i 20 miliardi di euro). Fitch non ha chiuso la porta a un ulteriore downgrade a B+ (giudizio riservato a emittenti con un significativo rischio di credito) a causa dei «bassi rapporti di liquidità» in un «momento di forte concorrenza di mercato, con l'aumento dell'inflazione e tassi di interesse elevati». Il titolo Tim sulla notizia ha virato al ribasso in Borsa, poi riducendo le perdite a un -2,75% a 0,22 centesimi per azione.

Il taglio di Fitch arriva dopo un rosso per Tim di 2,7 miliardi nei primi nove mesi dell'anno, dopo una severa pulizia di bilancio. Ma anche in un momento delicato per l'azienda, alle prese con il progetto rete unica, in attesa di un'offerta di Open Fiber che sotto la regia di Cassa depositi e prestiti dovrebbe, sulla carta, arrivare entro il 30 novembre. Sullo sfondo, però, c'è il progetto Minerva spinto dal governo, che ha sempre la finalità di fondere la rete con quella di Open Fiber e metterla in mano pubblica ma con un iter diverso che potrebbe passare anche da un'Opa di Cdp su Tim.

Nel frattempo ieri l'amministratore delegato del gruppo, Pietro Labriola, ha parlato davanti a oltre mille manager del gruppo, alla presenza del presidente, Salvatore Rossi. «Per tutto il 2023 vi assicuro che Tim sarà un'azienda unica», ha detto, rivelando l'intenzione di chiamare la NetCo, ossia la società che avrà in pancia l'infrastruttura di rete, Telecom Italia. L'ad non è stato scalfito da Fitch: «Gli indicatori di performance stanno migliorando trimestre dopo trimestre», ha sottolineato. «Non dobbiamo guardare a quello che si dice all'esterno, le uniche nostre parole sono i risultati». Il manager ha aggiunto che Tim «sta rispettando gli obiettivi» per il 2022 e ritiene possibile un rialzo della guidance per il 2023.

Tim ha ribadito è «un'azienda industrialmente sana», che sta lavorando «per risolvere definitivamente un problema che si chiama debito» e che avrebbe di fronte «enormi opportunità» da cogliere.

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