LItalia non è più un «osservato speciale» del Fmi. «Siamo rientrati nella normalità», dice il viceministro per lEconomia, Vittorio Grilli, dopo aver incontrato Christine Lagarde, direttore del Fmi, per illustrarle la situazione italiana, compreso il nuovo Def, il documento di economia e finanza. «Italia e Spagna stanno facendo progressi - aggiunge il presidente della Bce, Mario Draghi -: quello che hanno fatto è rimarcabile, anche se devono lavorare ancora». Loccasione dei commenti è la riunione del G20, in corso a Washington: e proprio a un altro G20, quello di Cannes, il nostro Paese era stato messo sotto sorveglianza. «Era stato detto che dovevamo fare un programma particolare - ricorda Grilli - ma questo non è più nelle carte perché oramai siamo rientrati nella normalità dellarticolo 4», cioè nellambito dei normali controlli di routine previsti dal Fmi per tutti i Paesi membri. E anche il commissario Ue agli Affari economici, Olli Rehn, ribadisce la sua fiducia nellazione portata avanti dal governo Monti, al quale ha riconosciuto «forte determinazione e impegno». La giornata non è stata, però, tra le più rassicuranti: le tensioni finanziarie sono tornate a turbare il clima dellEurozona, con lo spread tra i titoli italiani e i Bund tedeschi che ha nuovamente toccato i 400 punti: «È la volatilità. Non vedo nulla di nuovo rispetto ai giorni passati», commenta ancora Grilli, che partecipa ai lavori del G20 insieme al governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, e al presidente della Bce, Mario Draghi.
Ed è lo stesso Grilli, alla fine di una giornata di trattative intense, ad annunciare la conclusione dellaccordo per un aumento delle risorse destinate al Fmi da parte del G20 per oltre 400 miliardi di euro, circa 430 miliardi di dollari.
«Cè soddisfazione perché è stato trovato un buon accordo», commenta il viceministro, sottolineando che «saranno superati i 400 miliardi di dollari», lobiettivo fissato dal direttore generale Lagarde. Le risorse saranno disponibili per tutti i membri del G20. In particolare, 357 miliardi verranno da Paesi che hanno già definito la propria quota di partecipazione, mentre il resto sarà fornito da altre nazioni che non hanno ancora completato il processo di definizione della cifra.
Per il Fmi lItalia non è più sotto sorveglianza speciale
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