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Altro "scippo" sulle pensioni? Spunta il piano della Fornero

La professoressa Elsa Fornero torna a minacciare le pensioni più alte. Ma lo "scippo di Stato" è già in vigore. Le pensioni d’oro sono già tartassate

Altro "scippo" sulle pensioni? Spunta il piano della Fornero

Non è escluso un contributo di solidarietà sulle pensioni più alte. Parola della professoressa Elsa Fornero. Il governo sarebbe pronto a mettere le mani nelle tasche degli italiani che hanno lavorato per una vita. Molto interessante, a riguardo, è l’ultimo intervento della professoressa Fornero, intervistata da Giovanni Floris su La 7 durante il programma DiMartedì. Gli argomenti cardine sono stati quello previdenziale e il fisco. La Fornero è stata molto precisa nelle sue risposte e ha escluso al momento un venir meno dei pagamenti delle pensioni, inimmaginabile a suo avviso per quanto riguarda le pensioni normali. Ha posto invece una riflessione su quelle con assegni più alti.

"Può essere che le pensioni vengano tagliate o ridotte?" Chiede, incalzante, il presentatore alla luce delle ultime uscite pubbliche di differenti esponenti politici. "No, non credo. Se vogliamo essere proprio realistici possiamo pensare che alle pensioni molto alte possano essere richieste di un nuovo contributo di solidarietà, però sono anni che queste pensioni in qualche misura subiscono dei tagli, difficile pensare che possa continuare. La cosa importante è tornare a lavorare e produrre. Se abbiamo la ripresa, riusciamo a mantenere occupazione, redditi e anche le pensioni".

I tagli alle pensioni d’oro

Ma attenzione. Come ha sottolineato la Fornero sono anni che le pensioni cosiddette d’oro subiscono tagli. Questi pensionati devono fare i conti con uno scippo di Stato non indifferente. La sforbiciata sugli assegni pesanti esiste già. I tagli vengono applicati a tutti i pensionati che percepiscono un assegno annuale che supera i 100mila euro con tagli tra il 15 e il 40 per cento per la parte eccedente la soglia fissata da cinque scaglioni. I tagli infatti sono del 15%: tra 100mila e 129.999,99 euro (lordi). Del 20%: tra 130mila e 199.999,99€ (lordi). Del 25%: tra 200mila€ e 349.999,99€ (lordi). Del 30%: tra 350mila€ e 499.999,99 euro. Del 40%: superiore a 500mila euro.

Per rendersi conto di come cambiano gli importi, basti pensare ad esempio che per chi percepisce un reddito da pensione di circa 110mila euro l’anno, il taglio ammonta a circa 1500 euro nei dodici mesi: in 5 anni si lasciano per strada almeno 7500 euro. Per chi, invece, ad esempio percepisce un reddito previdenziale di 140mila euro lordi l’anno, la sforbiciata può arrivare anche a 7mila euro in un solo anno e dunque in 5 anni si perdono 35mila euro. Più si va avanti negli scaglioni e più pesante è lo "scippo".

I tagli sono partiti nel corso del 2019 e così migliaia di pensionati, ad esempio ex professionisti, imprenditori o banalmente ex medici stanno rilevando nei cedolini la sostanziale sforbiciata.

Ora lo Stato torna a minacciare e tartassare i soliti noti.

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