Generali avvisa Mps: "Vogliamo pesare"

Donnet lancia un messaggio al Tesoro sul futuro assetto e sul vertice del Montepaschi

Generali avvisa Mps: "Vogliamo pesare"

Settembre 2016: al Forum Ambrosetti di Cernobbio tenevano banco le grandi crisi del credito. Banche venete, Monte Paschi, sofferenze che gravavano sui bilanci.

A un anno di distanza, le due ex popolari Vicenza e Veneto Banca sono state salvate da Intesa Sanpaolo e Mps dallo Stato che ora la controlla. Lo ha fatto notare, ieri, anche il presidente di Intesa, Gian Maria Gros-Pietro, sottolineando che «la situazione del sistema bancario italiano «è nettamente migliorata» anche se il lavoro sulle venete non sarà «né semplice né breve». Sul Montepaschi è invece intervenuto ieri un assicuratore con le ambizioni di banchiere: «Vogliamo aumentare la nostra partecipazione», ha infatti rivelato ieri l'ad delle Generali, Philippe Donnet, sulla terrazza di Villa d'Este.

Il Leone sta portando avanti il piano di cessioni delle controllate estere (sarebbero già arrivate tre offerte per le attività in Belgio che valgono fino a 500 milioni) ma nel frattempo pensa alle partecipazioni nel credito. La conversione in azioni del bond subordinato detenuto da Generali in Carige non è all'ordine del giorno», ha detto Donnet, «siamo concentrati sul nostro ruolo di secondo azionista di Mps e giocheremo questo ruolo». Come? Il messaggio lanciato dalle rive del lago di Como è stato tradotto così a Siena: il Leone chiederà il cambio dell'amministratore delegato, poltrona oggi occupata da Marco Morelli. Non per sfiducia nei confronti di Morelli, ma invocando un cambio di regìa radicale come segnale al mercato. E non subito (perchè i titoli del Monte - sospesi da Consob a dicembre - stanno appunto per ripartire in Piazza Affari ed è meglio evitare altri scossoni), ma comunque prima dell'approvazione del bilancio a primavera 2018. Ora il Mef controlla la banca con una quota di circa il 52%, mentre secondo azionista sono appunto le Generali, al 4,3%, che hanno convertito in azioni i bond acquistati in passato da Mps. «La quota non sarà strategica e avrà una gestione opportunistica», aveva detto il 2 agosto l'ad del Leone che nel capitale del Monte ha trovato anche il concorrente francese Axa legato a Siena da un solido accordo di bancassicurazione.

Con un ruolo di peso sull'azionariato, le Generali possono non solo chiedere qualche poltrona nel nuovo cda che dovrebbe scendere da 14 a 9 membri, ma anche fare da capofila di una lista di minoranza dando le carte della partita sul rinnovo del board che i soci privati giocheranno con il Tesoro a ottobre. La partecipazione dello Stato è però destinata a salire fino al 70%. Aumentare la quota nel Monte, come accennato ieri da Donnet, potrebbe dunque tradursi nel rafforzare la parte del pacchetto posseduto che può contare sui diritti di voto in assemblea.

Nel frattempo, qualcosa si muove anche sul fronte anche della prima linea manageriale del Monte. Secondo quanto risulta al Giornale il Tesoro punta a sostituire Lucia Savarese, oggi a capo della direzione crediti deteriorati ma che durante la gestione Mussari era incaricata di valutare le proposte di fido e monitoraggio sull'andamento delle posizioni dei clienti della banca. Il cambio sarebbe auspicato anche da parte di Bankitalia per dare un forte segnale di discontinuità dopo le sollecitazioni arrivate dalla Bce con il via libera al salvataggio.

Non solo. Per raggiunti limiti di età, entro fine anno lascerà l'istituto senese Antonio Nucci al quale nell'ottobre del 2016 l'ad Marco Morelli aveva affidato le cariche di vicedirettore generale oltre che di chief commercial officer.

Nucci, ex manager di Intesa (era stato tra i fautori del turnaround del Banco di Napoli) aveva ampie deleghe operative. Il suo posto dovrebbe essere preso da Lodovico Mazzolin, oggi responsabile dell'area Retail, sponsorizzato dai fondi stranieri.

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